Introduzione
Nella vita di tutti i giorni il nostro sistema nervoso centrale
invia costantemente impulsi elettrici per controllare le azioni muscolari.
L’elettrostimolatore usa questo principio fisiologico, ed è in
grado di intensificare il processo, per raggiungere gli strati muscolari più
profondi che sono difficili da attivare attraverso l’allenamento tradizionale (1).
Il mal di schiena è ormai una
costante nella vita privata e lavorativa di milioni di persone. Nello
specifico, i dolori muscolo – scheletrici affliggono il 97% della popolazione. L’EMS
Whole Body promette risultati nella prevenzione e riduzione del dolore (2).
EMS: applicazioni
La stimolazione elettrica soprattutto quella a bassa frequenza (a
meno di 1 kHz) è utilizzata in numerosi campi, che comprendono sia applicazioni
mediche e terapeutiche, sia applicazioni sportive e funzionali.
Altri settori di applicazione sono la riduzione della tensione, il
rilassamento muscolare e il massaggio.
L’allenamento full body con EMS è una forma di allenamento molto
interessante, poiché tutti i gruppi muscolari possono essere stimolati a vari
livelli.
Ciò procura un’elevata flessibilità nel controllo dell’intensità di
allenamento per singoli gruppi muscolari, e riduce il tempo di allenamento (da
15 a 20 minuti).
Con l’allenamento full body con EMS a bassa frequenza si possono
perseguire vari obiettivi, pertanto questo metodo di allenamento è utile in
uguale misura sia per atleti amatoriali sia per quelli agonistici ad alto
livello.
Numerosi studi hanno dimostrato che l’elettrostimolazione
muscolare, come metodo di allenamento, può essere efficacemente utilizzata
anche per aumentare la forza e la resistenza muscolare sia negli individui non
allenati sia in quelli orientati al fitness.
Specialmente nell’allenamento della forza, l’EMS potenzia le
contrazioni muscolari volontarie, sia statiche (isometriche) in una data
posizione, sia dinamiche per una specifica escursione articolare (ROM) (3).
EMS: riduzione aderenze fasciali e
trigger point
Le aderenze fasciali e trigger point, sono
condizioni dolorose che coinvolgono la fascia ( tessuto connettivo ) e il
tessuto muscolare.
Sono stati, descritti per la prima volta dal Dr.
Travel nel 1942 presentano determinate caratteristiche: punto dolente
nel tessuto muscolare o nella fascia, non causata da un trauma acuto, infiammazione,
degenerazione, neoplasia e infezioni; il dolore
può essere riferito ad un nodulo o a tutta la bandelletta contratta e
può generare una “local twitch response”, ossia una contrazione
involontaria provocata dalla stimolazione del punto trigger; la palpazione
del dolore riproduce la sensazione di dolore del paziente, che può essere
riferito in alcune zone tipiche di riferimento per ogni trigger point; il dolore
non può essere spiegato da una valutazione neurologica.
Le cause possono essere molteplici:
-Anomalie
posturali
-Sedentarietà
-Debolezza
muscolare
-Anomalie scheletriche(ernie, protrusioni, schiacciamenti, sponidiloanterolistesi)
-Cicatrici
Le rotture del reticolo
sarcoplasmatico avvengono a causa di sovraccarichi muscolari. Questo
genera un’incontrollata
liberazione di ioni calcio dal reticolo sarcoplasmatico che porta in un
secondo tempo ad una contrazione continua dei sarcomeri.
La contrazione che si genera crea
una compressione dei capillari adiacenti, una diminuzione dell’apporto di
ossigeno e di energia richiesti. Per questa ragione si forma la cosiddetta
crisi energetica con una conseguente e contemporanea diminuzione del
riassorbimento di ioni calcio da parte del reticolo sarcoplasmatico,
facendo in modo che il meccanismo responsabile della contrazione si
autoalimenti.
Tante di queste contrazioni creano
delle bandellette palpabili che si possono palpare e si visualizzano
tramite la risonanza magnetica oppure tramite ecografia (4).
Come agisce
l’EMS whole body?
L’impulso associato ad una massima
contrazione volontaria, richiamerà sangue nella zona interessata, apportando
O2, che a sua volta rilascerà molecole di ATP ( adenosina trifosfato ),
fondamentali per il rilascio del ‘’ciclo dei ponti trasversi’’ e normerà la
crisi energetica data dalla rottura del reticolo sarcoplasmatico.
Il tutto associato ad un’adeguata
prescrizione di esercizio fisico, permetterà di eliminare la causa primaria,
scatenante i trigger point o aderenze fasciali e migliorerà la forza ed il
sistema neuromuscolare.
Referenze
(1)G.Bertocchi, M.
Cecchinelli; Manuale Tecnico Fit&Go; pag 26
fonte:
https://www.lascienzainpalestra.it/attivita-fisica-elettrostimolazione-muscolare
di Gherardo
Bertocchi.
(3)Fritzsche, D.
Fruend, A. Horstkotte, D. Kleinöder, H.Mellwig, K.-P; Miha bodytec: medical
fitness and healthcare special
edition, pag 1-2; fonte:www.miha-bodytec.com.
(4) Niccolò Ramponi, https://www.lascienzainpalestra.it/cosa-sono-i-trigger-point/.