VALUTAZIONE OBIETTIVA E POSTURALE: PARTE 1


Dati anagrafici:

Nome: _______________________                      Cognome: _______________________

Data di nascita: ____/____/________                    Residenza: ______________________

Provincia: ____________________                       Telefono: ________________________

E-mail: ______________________                       Professione: ______________________

Peso:  ___  kg                                                        Altezza: ___ cm






Anamnesi Conoscitiva:


  • Soffre di eventuali allergie?                                           SI    NO

  • Se si, quali?                                                      _________________________________
  • E’ a conoscenza di qualunque stato infiammatorio in corso?                    SI   NO
  • Se si, di che tipo?                                             _________________________________
  • E’ a conoscenza di soffrire di qualunque stato patologico?                      SI   NO
  • Se si, quale?                                                    _________________________________
  • Si è sottoposto ad intervento chirurgico di qualunque tipo negli ultimi 3/6 mesi?   SI  NO
  • Se si, di che tipo?                                            _________________________________
  • Se si, quando esattamente?                            _________________________________
  • Soffre di qualsiasi disturbo osseo?                              SI   NO
  • Se si, di che tipo?                                           __________________________________
  • Prende farmaci?                                                  SI   NO
  • Se si, quali e di che tipo?                                _________________________________
  • E’ in stato di gravidanza? (presunto o confermato)                 SI   NO
  • Ha avuto una gravidanza negli ultimi 3 mesi?                      SI   NO
  • Se si, quando?                                               __________________________________
  • E’ in menopausa?  (presunta o confermata)                           SI   NO
  • Se si, da quanto?                                         ___________________________________
  • Ha il ciclo mestruale regolare?                            SI   NO
  • Ha avuto febbre ultimamente?                            SI   NO
  • Se si,  in quale intervallo di tempo?              ___________________________________


Segni Particolari:
  • Cefalea   
  • Vertigini  
  • Otalgia
  • Acufeni

Affaticamento Muscolare

  • Mattina
  • Pomeriggio
  • Sera


Motivi di stress

  • Lutto
  • Separazione
  • Scuola/Lavoro

  • La notte riposa?         SI   NO

  • Soffre di bruxismo?    SI   NO
  • Porta il bite?   SI   NO
  • Si sveglia stanco?     SI   NO

  • Svolge un lavoro che le piace?    SI   NO
  • Porta gli occhiali?  (eventuali lenti a contatto)   SI   NO
  • Come occupa il tempo libero?   ________________________________________________________________________________________________________________________________












Anamnesi Posturale:



  1. Test Posturale Statico

  • Tipo Posturale:

  • Anteriore
  • Posteriore
  • Misto


  • Visione sul piano sagittale:

Articolazione tibio-tarsica: ______________________

Articolazione del ginocchio: _____________________

Articolazione coxo-femorale: ____________________

Articolazione scapolo omerale: __________________

Meato acustico esterno: _______________________





  • Caso “A”  (L3 fuori asse
     Squilibrio di tipo Ascendente

  •   Caso “B”  (C7 fuori asse a sx)
     Squilibrio di origine discendente


  • Caso “C” (C7 fuori asse a dx)
      squilibri ascendenti e discendenti   (iperlordotico ed ipercifotico)


  • Caso “D” (sistema posturale immaturo)
     Soggetto compensato con scoliosi con cinture escluse

  • Caso “E” (C7-L3 fuori asse a destra)
     Sindrome disarmonica




  • Visione sul piano frontale 

  • Visione Posteriore
   
Tendine d’Achille: __________________       Cavo Popliteo: __________________

Linea glutea: ______________________       S.I.P.S: _______________________

Triangolo della taglia: _______________                                                    

Scapole (angolo inferiore): ___________

Acromion: ________________________


  • Visione Anteriore

Collo dell’astragalo: _________________        Rotule: ______________________

S.I.A.S: ___________________________  

Triangolo della taglia: ________________

Acromion: _________________________

  • Eventuali Dismorfismi riscontrati:

  • Rachide: 
  • scoliosi
  • cifosi
  • lordosi
  • scapole alate

  • Bacino:
  • retroversione
  • antiversione

  • Ginocchio
  • valgo
  • varo
  • recurvato
  • flesso

  • Piede
  • piatto
  • cavo
  • varo
  • valgo


  1. Test Posturale Dinamico 

  • Test della camminata a piedi nudi                                                                                                     (è possibile effettuarlo anche ad occhi chiusi,                                                                        accentuando l’eventuale  disequilibrio)





  • Divergente








  • Convergente





  • Normale




Authors: Dott. Eugenio Isidoro Scibetta Co-Founder & Admin Scienze Salute e Benessere



In collaborazione con: Gherardo Francesco Bertocchi Founder & Admin Scienze Salute e Benessere





ARITMIE E SPORT: UN CASO CLINICO


Il termine ARITMIA letteralmente significa "senza ritmo", più in generale tale termine è utilizzato per indicare un ritmo anormale oppure la presenza di interruzioni nella regolare successione del ritmo stesso. 
La contrazione del muscolo cardiaco 


Il nodo seno-atriale (SA) funziona da pace-maker inviando stimoli regolari che inducono gli atri a contrarsi; l'impulso di depolarizzazione atriale raggiunge il nodo atrio-ventricolare (AV) da cui si propaga rapidamente al Fascio di His, da dove, condotto alle branche destra e sinistra, attraverso le Fibre del Purkinje, depolarizza le cellule miocardiche ventricolari (figura 1 e 2). 






Accade a volte che l'impulso generatore della depolarizzazione delle cellule miocardiche non nasca nel nodo SA, ma da "focolai" diversi, definiti appunto "ectopici" (ossia in sede anomala), che possono trovarsi a livello atriale, giunzionale, ventricolare. Essi possono sostituirsi al normale ritmo cardiaco. Questi focolai possono generare uno stimolo singolo (che causa un battito ectopico o extrasistole), oppure una sequenza di impulsi anomali ( che genera un ritmo ectopico). 

Il ritmo cardiaco si definisce regolare se la distanza e la forma delle onde è sempre la stessa, negli altri casi sarà irregolare.
Molto semplicemente le aritmie si possono suddividere in: 

  
1. ipocinetiche 2. ipercinetiche 
Nel primo gruppo si distinguono:
a) aritmie ipocinetiche sinusali: bradicardia, blocchi seno-atriali, arresto sinusale, battiti e ritmi di scappamento atriale e giunzionale;
b) disturbi della conduzione atrio-ventricolare: blocco atrio-ventricolare di 1°, 2°, 3° grado.
Nel secondo gruppo distinguiamo:
a) extrasistoli atriali, giunzionali, ventricolari;
b) aritmie ad attività elettrica sincronizzata: tachicardie sopraventricolari e ventricolari;
c) aritmie ad attività elettrica parzialmente desincronizzata: ritmo atriale caotico, tachicardia ventricolare tipo "torsione di punta";
d) aritmie ad attività elettrica totalmente desincronizzata: fibrillazione atriale, fibrillazione ventricolare.

Dal punto di vista nervoso l'attività cardiaca è così regolata: il Sistema Nervoso Ortosimpatico (con i suoi gangli) ha effetto stimolante; il Sistema Nervoso Parasimpatico (nervi vaghi) ha effetto rallentante. La stimolazione dei nervi parasimpatici determina liberazione di acetilcolina che ha effetto "cronotropo negativo" (riduzione della frequenza del ritmo di scarica del nodo SA) ed effetto "batmotropo negativo" (riduzione dell'eccitabilità delle fibre giunzionali del nodo AV), con conseguente effetto "dromotropo negativo" (riduzione della velocità di conduzione dell'impulso stesso); la stimolazione ortosimpatica, liberando noradrenalina, ha effetti contrari ai succitati. 
Spesso negli atleti si riscontrano aritmie sia ipocinetiche che ipercinetiche; è importante una valutazione corretta ed approfondita dell'aritmia stessa per escludere cause organiche, ricordando che spesso una causa può essere una miocardite (secondaria talvolta anche a banali forme virali, ad esempio virosi respiratorie), patologia guaribile senza esiti se trattata correttamente, ma potenzialmente pericolosa se trascurata. 

  • Un Caso Clinico
ANAMNESI: Atleta praticante la pallavolo, di 14 anni, sottoposto a visita per idoneità agonistica, con esito negativo per patologie e pertanto ritenuto idoneo.
L'anno seguente, al controllo periodico si evidenzia Aritmia Ipercinetica Ventricolare a riposo, talora in ritmo "bigemino" (alternanza di battito "normale" e battito "ectopico"); tale aritmia scompare con l'aumento della frequenza cardiaca. 
Vengono prescritti i seguenti accertamenti strumentali e clinici:
1) ECO-COLOR DOPPLER CARDIACO (Nei limiti della norma)
2) HOLTER (Si evidenziano 6870 battiti ectopici ventricolari (BEV), monomorfi, spesso atteggiati a ritmo bigemino)
3) ELETTROLITI SIERICI (Nei limiti della norma)
4) FT3 - FT4 - TSH (Nei limiti della norma) 
L'atleta viene sospeso dall'attività sportiva per 4 mesi (DE-TRAINING completo). 
Al controllo, persistendo aritmia ipercinetica a riposo, vengono prescritti ulteriori accertamenti strumentali:
1) HOLTER (Si evidenziano 14200 BEV, monomorfi, spesso atteggiati a ritmo bigemino)
2) TEST ERGOMETRICO (Presenza di BEV a riposo, scomparsi durante il test e ricomparsi durante le fasi terminali del recupero) 
L'atleta viene sospeso dall'attività sportiva per ulteriori 3 mesi e si richiede esecuzione di Risonanza Magnetica (RMN) Cardiaca.
Si prescrive inoltre la seguente terapia medica:
1) MAGNOSOL buste (1 busta al giorno per 30 giorni) 
2) CARNITENE fiale 2 grammi (1 fiala al giorno per 30 giorni)
Al termine del periodo di terapia viene effettuato ECG di controllo nel quale si evidenzia la completa scomparsa dell'aritmia ipercinetica. 

Al termine del periodo di sospensione di 3 mesi vengono effettuati:
1) ECG di controllo (Assenza di aritmie ipercinetiche)
2) RMN Cardiaca (Assenza di alterazioni della distribuzione del tessuto adiposo. Non processi infiammatori in atto). 

COMMENTO 
Il caso sopra descritto evidenzia come talvolta le aritmie ipercinetiche nel giovane non trovano una spiegazione clinica (se non in sospette alterazioni degli elettroliti intra ed extracellulari e/o in sospette forme di miocarditi non evidenziabili dal punto di vista strumentale). Tale difficoltà di interpretazione deve però indirizzare lo specialista ad un attento esame clinico e strumentale dell'atleta per escludere patologie organiche a rischio. Un comportamento corretto deve comunque prevedere un periodo di sospensione dall'attività sportiva e di "de-training" dell'atleta, in attesa dell'esecuzione degli accertamenti strumentali e clinici indicati a chiarire la situazione aritmica. 


Bibliografia:
  1. Dott. Saverio Muscoli Dirigente medico in cardiologia e cardiologia interventistica at FONDAZIONE PTV POLICLINICO TOR VERGATA e professore di Cardiologia presso la facoltà di Medicina  e Chirurgia di Roma “Tor Vergata”

Author: Dott. Eugenio Isidoro Scibetta Co-Founder & Admin Scienze Salute e Benessere

LA PALESTRA RIABILITATIVA

La palestra rappresenta lo spazio riabilitativo per eccellenza dove avviene mediamente il 60% delle sedute e dove si utilizzano le terapie fisiche, le terapie manuali e gli esercizi specifici delle prime fasi. 
La palestra rappresenta quindi l’ambiente in cui il paziente passa la maggior parte del tempo nel suo percorso di recupero. Tecnologia all’avanguardia, macchinari di ultimissima generazione supporteranno il personale fisioterapico nella fase prettamente antalgica nella gestione della patologia prima di passare alla fase “motoria” con protocolli di esercizi “dal facile al difficile” e “dal semplice al complesso” per portare il paziente alla completa percezione del corpo e dei suoi articolati movimenti.
Negli ultimi dieci anni, la riabilitazione motoria è profondamente cambiata, passando da una concezione prettamente antalgica in fase acuta ad una fase dinamica, dove la centralità dell'intervento è nell'atto motorio stesso.
Il movimento corretto e guidato
è la vera "medicina" del nostro tempo e la patologia è l'inattività motoria. In questo percorso di crescita del settore riabilitativo, si inseriscono la riabilitazione tecnologica funzionale e il Medical Fitness come nuovo ambito gestito da Dottori in Scienze Motorie.












L'intervento del Laureato in Scienze Motorie diventa così PARTE INTEGRANTE del percorso riabilitativo del paziente all’interno dei centri di riabilitazione. 
Il Medical Fitness non è la semplice “ginnastica”, non è l’evoluzione della “posturale”, non è la “ginnastica per la terza età”, non “l’allenamento dimagrante”, non la “preparazione atletica” prima di tornare su un campo da gioco, non la “presciistica”, il Medical Fitness è TUTTO questo!
E' ormai ampiamente dimostrato che lo stato di salute e la qualità della vita dipendono strettamente da una costante e regolare attività fisica. Uno stile di vita attivo previene l’insorgenza di diverse patologie come il diabete, l’ipertensione, cardiopatie e osteoporosi, problemi vascolari e respiratori, valori elevati di trigliceridi e colesterolo con conseguente aumento del peso a carico dell’apparato muscolo-scheletrico.

COSA E’ quindi il MEDICAL FITNESS: 
Un nuovo modo di fare ginnastica occupandosi della propria salute tramite un’attività fisica con una strutturazione di impronta medica professionale. Non è più ginnastica generica ma trattamenti mirati: una vera e propria “prescrizione specialistica” di esercizio fisico.

A CHI E' RIVOLTO il MEDICAL FITNESS: 
A tutte quelle persone che vogliono dedicare tempo e attenzione alla cura del proprio corpo attraverso un programma mirato alle proprie esigenze e ai propri obiettivi. A tutti coloro che non hanno trovato risposte nelle palestre tradizionali perchè lasciati soli nel valutare quali esercizi più adatti alla propria persona, con l'ovvia conseguenza di fare esercizi molto spesso inefficaci o addirittura controindicati...
A sportivi e non che desiderano potenziare il loro gesto atletico o più semplicemente conoscere un modo per muoversi in maniera armoniosa e funzionale alle proprie esigenze quotidiane.
A chi in palestra non c'è mai stato.
A TUTTI !!!


COME SI SVOLGE la seduta di MEDICL FITNESS:
Durante il primo colloquio conoscitivo nel quale devono essere svolti un esame obiettivo motorio, test di valutazione funzionale e una valutazione della postura si pone l'accento sugli obiettivi da perseguire nel medio-lungo termine. 
Nel secondo appuntamento la prima vera e propria sessione di allenamento permetterà al nostro paziente di conoscere ancora meglio il tipo di lavoro che verrà svolto all’interno della nostra palestra e il programma di training che abbiamo pensato per lui.

L’utilizzo di macchinari di tipo cardiovascolare e isotonico, esercizi a corpo libero e di functional training saranno costantemente utilizzati e alternati in ogni sessione di lavoro per rendere l’allenamento sempre vario, quindi più efficace, stimolante e divertente.



Medical Fitness Group Exercise:
Le sedute si svolgono in piccoli gruppi di massimo 4 persone, ognuno con il proprio programma personalizzato e sotto la costante guida d trainer.
Durante la sessione di allenamento si lavorerà sulle capacità funzionali essenziali quali Flessibilità, Mobilità, Forza e Resistenza.
Il Medical Fitness-Exercise Group rappresenta un modo unico per allenarsi in maniera controllata e seguita, monitora costantemente, divertente e socialmente stimolante nonché economica.

Medical Fitness domiciliare:
Creando le stesse condizioni di una palestra a casa, nel pochissimo spazio a disposizione, si può proporre un allenamento efficace e personalizzato direttamente a casa del cliente dando la possibilità di risparmiare l'abbonamento in palestra e lo stress degli spostamenti in città, con la sicurezza di affidarsi a professionisti del settore.





Referenze:
Dott.re Luca Damiani, responsabile dell’area di Medical Fitness presso “TopPhysio-Villa Stuart”






Author: Dott. Eugenio Isidoro Scibetta Co-Founder & Admin Scienze Salute e Benessere


L'IDROKINESITERAPIA

  • L’idrokinesiterapia, o riabilitazione in acqua, è una tecnica raffinata che nasce per integrare, completare e perfezionare la riabilitazione tradizionale offrendo al paziente un percorso riabilitativo più completo e di altissima qualità.
    Introducendo l’idrokinesi in un percorso terapeutico strutturiamo una serie di sedute basate sull’utilizzo guidato delle proprietà specifiche dell'ambiente acqua e degli ausili zavorranti o galleggianti che utilizziamo a supporto della terapia.
  • Il termine "idrokinesiterapia" deriva dall'unione delle parole greche "hidor" (acqua), "kines" (movimeto) e therpeia (guarigione).
  • La riabilitazione in acqua è una metodologia usata fin dall'antichità, tanto che si trovano citazioni persino di Ippocrate sull'importanza  e i benefici legati all’acqua.
  • E' indicato sia come mezzo di preparazione fisica in vista dell'intervento chirurgico, sia come efficace strumento riabilitativo nella fase di rieducazione post-operatoria e post-traumatica. Sfruttando le specifiche proprietà dell'acqua, rappresenta un'attività ideale per trattamenti riabilitativi, preventivi e correttivi.  






Grazie alle caratteristiche specifiche dell'acqua è possibile ottenere benefici inarrivabili dalla terapia a secco.
  • Temperatura
  • Portanza
  • Galleggiamento
  • Immersione
  • Resistenza
  • Pressione idrostatica
  • Viscosità
  • Un oggetto che possiede una certa forma e che viaggia con una certa velocità attraversando un fluido come l'acqua, è sottoposto a due forze. Una è rivolta verticalmente, prende il nome di PORTANZA; l'altra è rivolta orizzontalmente e si chiama RESISTENZA .
    La forma del nostro corpo in acqua durante la nuotata genera una portanza verso l'alto che aiuta il
    galleggiamento, ecco perchè più nuotiamo velocemente e più ci sentiamo sorretti verso l'alto; viceversa nuotando lentamente facciamo più fatica a galleggiare e dobbiamo impiegare quota parte delle nostre energie per sorreggerci verso l'alto, spingendo l'acqua anche verso il basso durante la bracciata.
    Nella nuotata a testa alta, tipo pallanuoto, inoltre si nota l'effetto della resistenza, per cui essendo il corpo più inclinato e meno idrodinamico la forza resistente aumenta e facciamo più fatica ad avanzare. 
  • Tra i principi fisici che rendono eccezionalmente efficace l'esercizio in acqua vi sono quindi: la spinta idrostatica (principio di Archimede), la pressione idrostatica (legge d Stevin) e la resistenza idrodinamica (leggi di Reynolds). Il principio di Archimede afferma che ogni corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido riceve una spinta verticale dal basso verso l'alto uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato. Questo può esser sapientemente sfruttato permettendo una ripresa del carico (rachide e arti inferiori) in modo graduale e progressivo. Per la legge di Stevin la pressione che il liquido esercita sul corpo è direttamente proporzionale alla profondità di immersione e alla densità del liquido stesso.
  • La compressione così ottenuta determina il passaggio di liquidi dagli spazi interstiziali al torrente circolatorio, facilitando la circolazione di ritorno venoso al cuore, con riduzione degli edemi declivi. Lo stimolo tattile, esercitato dall'acqua sulla pelle, favorisce una migliore percezione della propria posizione nello spazio. Per la seconda legge di Reynolds, quando il corpo si muove in un fluido è soggetto ad una resistenza proporzionale alla sua forma e alla sua velocità. L'applicazione pratica porta a scegliere tra i vari esercizi terapeutici contro-resistenza a difficoltà crescente, modulando la velocità di esecuzione anche tramite l'utilizzo di palmari e pinne.
  • La viscosità dell'acqua è una grandezza fisica che si riferisce alla viscosità dinamica dell'acqua, il cui valore esprime la resistenza che all'interno di un flusso d'acqua gli strati adiacenti oppongono allo scorrimento reciproco.
  • Per capire cos'è la viscosità dell'acqua consideriamo un bicchiere d'acqua e un vasetto di miele aperto e supponiamo di rovesciarli su un tavolo. L'acqua fuoriesce dal bicchiere molto rapidamente, mentre il miele tende a essere frenato da una forma di attrito interno, che si oppone allo scorrimento. Tale proprietà è quantificata dalla grandezza fisica detta viscosità. La viscosità dell'acqua dipende dalla sua temperatura ed è pressochè indipendente dalla pressione; in particolare la viscosità diminuisce all'aumentare della temperatura.
  • L'acqua permette di rilassare la muscolatura, migliorare l'ampiezza di movimenti, stimolare il riassorbimento del versamento intrarticolare, dell'edema extrarticolare e di dosare il carico. Il programma rieducativo viene organizzato dal fisiatra di riferimento e dal terapista, discusso con il paziente e integrato, se necessario, con le altre terapie. Il terapista specializzato struttura la seduta in piscina variando tre fattori principali : il livello dell'acqua, la posizione del paziente e gli ausili utilizzati. L'ambiente microgravitario viene sfruttato per mobilizzare passivamente e attivamente il paziente, o per fargli svolgere esercizi con il corpo parzialmente immerso nell'acqua
  • In questo modo si può rieducare il paziente ad un corretto schema motorio e propriocettivo, ripristinare il range articolare, il tono e l'elasticità muscolare, il gesto sportivo. Tutte le proprietà fisiche dell'acqua vengono applicate all'idrokinesiterapia, sommandosi agli effetti fisiologici come l'effetto antalgico ed antinfiammatorio con riduzione della sintomatologia dolorosa. Gli effetti fisiologici generati dall'acqua si esprimono su tutti gli apparati. A livello cardiocircolatorio con l'aumento del ritorno venoso e riduzione degli edemi; a livello renale con la sistimolazioneå per il rilascio del peptide natriuretico atriale (ANP) che favoriscono la diuresi, provocando una riduzione della pressione sanguigna. Questi effetti si protraggono anche oltre il periodo di immersione…
  • A livello dell'apparato respiratorio si ha l'azione della pressione idrostatica sul torace, con conseguente aumento del lavoro di ventilazione.
  • A livello muscolo-scheletrico si ha un'azione miorilassante, con riduzione delle contratture e riduzione delle sollecitazioni sulle articolazioni per un lavoro in scarico. La progressione dell'immersione favorisce una ripresa graduale del carico. A livello del sistema nervoso centrale e periferico l'immersione ha un effetto rilassante e analgesico (specie sui dolori cronici), di stimolazione sensoriale, di presa di coscienza del corpo e miglioramento della percezione dello schema corporeo, di miglioramento della coordinazione motoria e dell’equilibrio.

Ultimo, ma non meno importante, è l'effetto termico. La temperatura della vasca idrokinesiterapica deve essere compresa fra i 32° ed i 36° (con un optimum a 34°). Ciò favorisce la vasodilatazione periferica, con conseguente velocizzazione degli scambi metabolici e gassosi, oltre a diminuire la contrattura muscolare e la sensibilità algica periferica.

Essendo l'idrokinesiterapia parte integrante del programma riabilitativo, spesso i centri di fisioterapia che non dispongono di piscine riscaldate interne realizzano delle convenzioni con piscine ludico-sportive esterne, dove la temperatura dell'acqua solitamente si aggira sui 28°-29°. In questo caso un terapista specializzato assisterà il paziente durante la seduta, consigliando l'utilizzo di mute in neoprene o altri materiali isolanti. 

Ogni seduta dovrebbe essere strutturata in diverse fasi: una fase di inserimento, seguita da esercizi mirati, quali mobilizzazione generale, tonificazione muscolare, coordinazione ed equilibrio e una fase finale di rilassamento. Il terapista non si limita ad osservare a bordo vasca, ma lavora anche in acqua creando un rapporto di vera e completa fiducia con il paziente.
L'idrokinesiterapia non è solo la terapia tramite l'acqua, ma anche e soprattutto la terapia tramite il movimento terapeutico che il terapista gestisce in essa: il paziente viene guidato verso la guarigione attraverso l'interazione e la connessione che si viene a sviluppare in acqua.

L'idrokinesiterapia permette di accorciare i tempi di recupero di alcune tipologie di pazienti, sfruttando tutti i principi già elencati. Il lavoro in acqua è caratterizzato da proprietà che rendono i movimenti e le mobilizzazioni più delicati e facilmente realizzabili. L'acqua cambia non solo l'approccio, ma anche l'umore, e permette al paziente la gestione della propria autonomia, senza fermarsi per le limitazioni articolari o per il dolore.

RIABILITAZIONE IN ACQUA: PESO ACQUATICO IN RELAZIONE AL LIVELLO DI IMMERSIONE
  • Immersione totale : 3% del peso terrestre
  • Fino al collo : 7% del peso terrestre
  • Alle spalle : 20% del peso terrestre
  • Al petto : 33% del peso terrestre
  • All'ombelico : 50% del peso terrestre
  • Al bacino : 66% del peso terrestre
  • A metà coscia : 80 % del peso terrestre
  • Al polpaccio : 95% del peso terrestre

Come tutte le terapie, anche l'Idrokinesiterapia ha delle controindicazioni assolute, pur essendo relativamente poche:
  • Lesioni cutanee non cicatrizzate
  • Infezioni polmonari attive
  • Otiti
  • Congiuntiviti
  • Flebiti
  • Patologie cardiache
  • Riduce il sintomo del dolore
  • Incrementa l’esecuzione articolare
  • Produce un potenziamento muscolare
  • Migliora il trofismo muscolare
  • Stimola il sistema vascolare periferico
  • Migliora la coordinazione
  • Annulla il rischio di caduta
  • Ripristina le sinergie motorie evolute
  • Migliora l’autosufficienza e l’autonomia
  • Rinforza la motivazione individuale al trattamento



Referenze:


Dott.re Luca Damiani, responsabile dell’area di Medical Fitness presso “TopPhysio- Villa Stuart”



Author: Dott. Eugenio Isidoro Scibetta Co-Founder & Admin Scienze Salute e Benessere


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