OBESITÀ E ATTIVITÀ FISICA ADATTATA







Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo. Siamo infatti di fronte a una vera e propria epidemia globale, che si sta diffondendo in molti paesi e che coinvolge non solo la popolazione adulta, ma anche quella infantile.
Secondo l’OMS nel mondo esiste oltre un miliardo di adulti in sovrappeso, di cui 300 milioni sono obesi. Negli Stati Uniti i soggetti adulti obesi costituiscono circa il 30% della popolazione; in Italia raggiungono il 10%.

Che cosa è l’obesità?
L’obesità è una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo dovuto a un alterato bilancio tra introito calorico e dispendio energetico.
Il consumo energetico dipende principalmente da:
- Le calorie necessarie per mantenere le funzioni vitali (metabolismo basale), che rappresentano il 60-70% del dispendio energetico totale.
- L’energia per metabolizzare e conservare i nutrienti che vengono introdotti nell’organismo (10-15% del totale).
  • L’effetto termico dell’esercizio fisico, che può variare da un valore pressoché nullo (inattività) fino al 50% del dispendio energetico totale.

Nell’attuale società industrializzata la facile accessibilità a cibi ipercalorici e uno stile di vita sedentario favoriscono, da un lato, un’eccessiva introduzione di calorie e, dall’altro, un ridotto consumo calorico, determinando un bilancio energetico positivo con sviluppo di obesità.


L’Indice di Massa Corporea


L’accumulo di grasso corporeo, che nell’evoluzione della specie ha rappresentato un vantaggio in condizioni di limitata e incostante disponibilità di cibo, nella società odierna rappresenta un elemento sfavorevole per la salute dell’uomo. L’OMS ha stabilito dei criteri di riferimento che permettono di classificare l’obesità in base all’Indice di Massa Corporea (BMI, Body Mass Index), che viene calcolato dividendo il peso corporeo (espresso in kg) per il quadrato dell’altezza (espressa in metri)








Dinamica del tessuto adiposo

  • A sei mesi di vita costituisce il 25% del peso corporeo.
  • Fino alla fine dello sviluppo puberale, raramente anche nell’età adulta, l’aumento della massa adiposa è determinata da fenomeni di iperplasia degli adipociti.
  • Tale fenomeno è legato alle dimensioni delle cellule adipose, che raggiunta una dimensione critica (ipertrofia) stimolano la formazione di nuovi adipociti dagli adipoblasti (iperplasia)
  •   Il numero delle cellule adipose non può più diminuire, neanche con il dimagrimento;   si viene così a determinare una resistenza al calo ponderale. 

    • Pertanto, nell’adulto, il principale meccanismo di perdita di massa grassa sta nella riduzione di volume, e non di numero, dei singoli adipociti.
    • Un soggetto divenuto obeso prima della fine della pubertà e che successivamente ha perso peso, fino anche a rientrare nella normalità, possiede comunque un numero più elevato di cellule adipose. +



La circonferenza vita 
In linea generale il grasso in eccesso può rappresentare un pericolo per la salute con differenze importanti a seconda delle sedi dell’organismo in cui si deposita. In particolare, il grasso viscerale che si accumula a livello dell’addome, provoca danni maggiori sulla salute poiché causa insulino-resistenza che se non controllata può sfociare in sindrome metabolica o diabete mellito di tipo 2, aumentando il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. 





Possiamo distinguere una distribuzione del grasso corporeo e quindi due tipi di obesità:
  1. di tipo androide o centrale (“a mela”) —> obesità viscerale
  2. di tipo ginoide (“a pera”) —> obesità ginoide



















A sx la RMN di un soggetto obeso, ci permette di vedere dove si localizza il grasso viscerale;
A dx la RMN di un soggetto normopeso.





Per avere una stima del grasso depositato a livello addominale è stato introdotto un ulteriore indice, quello della circonferenza addominale. Valori superiori a 102 cm nell’uomo e 88 cm nella donna si associano a un aumentato rischio di malattia.





Caratteristiche anatomiche del soggetto adulto obeso 
Aumentato rapporto FM (massa grassa) / FFM (massa magra)
• Aumentata adiposità in sede addominale e muscolare 
  • Ridotta efficienza delle fibre muscolari I-a rispetto a II-b 
  • Ridotto flusso capillare muscolare 


Finalità dell’esercizio fisico aerobico nell’obesità (partendo dal presupposto che l’alimentazione ricopre circa una percentuale dell 70% per raggiungere l’obiettivo) 

• Riduzione della perdita di FFM da dieta ipocalorica 
• Prevenzione della riduzione della spesa energetica da dieta ipocalorica 
• Mantenimento nel tempo del calo ponderale conseguito 
• Incremento della termogenesi post-esercizio (fino a 16 ore) 
• Incremento dell’utilizzo di FFA a scopo energetico (fino all’80%) anche nella fase post-esercizio 
• Tonificazione muscolare
• Aumento fibre muscolari II-a (aerobiche-anaerobiche) da II-b • Perdita di massa adiposa (1 Kg FM = 9000 Kcal) .

La motivazione nel soggetto obeso:
• Fissare obiettivi raggiungibili nel breve termine
• Mostrare immagini di soggetti obesi “prima e dopo”
• Porre l’accento in ogni seduta sui progressi compiuti
• Garantire la realizzazione delle sue aspettative
• Suo inserimento in un gruppo omogeneo
• Stilare un programma iniziale non impegnativo
• Attività fisica sinonimo di momento sereno della giornata
• Finalizzare l’allenamento al recupero di uno sport già praticato 


Personalizzare il programma 
Occorre sempre ritagliare un’attività adatta alle caratteristiche e alle preferenze del soggetto, purché compatibili con l’obiettivo che si vuole raggiungere. 
Per i soggetti che non amano praticare sport, si potrà individuare un’attività di loro gradimento come il ballo o la ginnastica aerobica a basso impatto, purché siano praticate con continuità, ad intensità e frequenza tali da essere allenanti. 

La prescrizione 
Non basta invitare il soggetto obeso a muoversi di più, occorre redigere un programma di ricondizionamento motorio, specificando: il tipo di esercizio, l’intensità, la durata, la frequenza settimanale, la progressione del carico allenante, anche per evitare interventi e improvvisazioni da parte di preparatori  non qualificati

Struttura generale del programma di allenamento 

  • Tipo di esercizio: 
  • principalmente di tipo aerobico: somministrare un lavoro intervallato (“interval training”), dal valore della Frequenza Cardiaca Massima (FCmax) che si calcola nei seguenti modi:

Fc MAX teorica (Fmt):    
  1. Formula di Cooper: 220 – età 
  2. Formula di Tanaka: 208 – (0,7 x età) 
  3. Heart rate reserve: Fc max – Fc riposo 

Si ricava la FC di allenamento tramite la:

Formula di Karvonen: ((Fmt - Fc riposo) x 0,4-0,6) + Fc a riposo 

Es. paz.50 anni con Fc a riposo: 70 b/m ((170-70)x0,4-0,6)+70= 110 - 130 b/min
  • abbinare anche alcune sessioni di forza: aumenta la massa muscolare, favorisce la trasformazione delle fibre IIA (intermedie) in fibre IIb
  • Durata/intensità dell’esercizio
  • per realizzare una significativa perdita di peso mediante l’attività fisica, si raccomandano sessioni di almeno 60 min e un dispendio energetico di almeno 300 kcal/seduta. 
  • un’elevata frequenza degli allenamenti risulta utile poiché aumenta il consumo calorico totale 
  • Frequenza delle sedute di allenamento
  • Meno di 2 allenamenti/settimana non sono sufficienti a modificare significativamente le capacità aerobiche, anaerobiche e composizione corporea.
  • Progressione dell’incremento dei carichi di lavoro 
  • Regolarità 


Bibliografia 
  1. Bosello O, Cuzzolaro M (2006) Obesità e sovrappeso. Il Mulino
  2. Giampietro M, Spada R, Calderone G (2001) Attività Fisica e Obesità. Prevenzione e terapia. Mediserve 
  3. Prof.re Paolo Montera, docente di “Fitness Metabolica” al corso di laurea STAMPA (Scienze e Tecniche delle Attività Preventive ed Adattate) presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Roma Tor Vergata (Roma 2)

Author: Dott. Eugenio Isidoro Scibetta Co-Founder & Admin Scienze Salute e Benessere








Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari

I migliori del mese