PROPRIOCEZIONE O CINESTETICA: COSA È E COME ALLENARLA







Quando si parla di controllo ci si riferisce, naturalmente, alla propriocettività. 
Il suo ruolo è quello di aumentare l'automatismo e la rapidità d'azione con cui il sistema neuro-muscolare interviene nella stabilità organico-articolare e nella regolazione della postura
La propriocettività rappresenta infatti la capacità che l'organismo possiede di percepire la posizione ed i movimenti del corpo in rapporto allo spazio esterno. Questa particolare sensibilità, che permette al corpo di concepirsi in rapporto con il mondo esterno, si realizza grazie allo sviluppo di muscoli intelligenti che possano interagire con il SNC, per un continuo scambio di informazioni

La gestione del controllo si realizza grazie ad un Lavoro di feedback svolto dai propriocettori (recettori sensibili alle variazioni meccaniche situati in muscoli, tendini, legamenti, capsule articolari.ecc.), i quali trasmettono informazioni a tutti i livelli neurologici, sia riguardo i parametri del movimento (forza, accelerazione, velocità, ROM, stabilità, coordinazione), sia sulla posizione delle varie parti corporee in relazione a se stesse e allo spazio esterno.
Grazie al condizionamento di questo sistema, infatti, si creano degli automatismi che permettono di incrementare la rapidità d'azione con cui i diversi gruppi muscolari intervengono nel controllo del movimento e della stabilità fisica.

L'importanza che offre il controllo propriocettivo non deve essere considerata solo in funzione di un trattamento riabilitativo o di un lavoro con scopo preventivo, ma si dovrebbe estendere anche alla performance del gesto atletico. La capacità di esprimere potenza in una tecnica sportiva, infatti, varia proprio in funzione della possibilità che possiede l'atleta di aderire al suolo in modo equilibrato e stabile. 
Con l’allenamento propriocettivo si migliora l’equilibrio, la stabilità, la percezione dell'aderenza, il trasferimento della potenza e, contemporaneamente, si diminuisce il rischio di infortunio.

I PARAMETRI DA CONSIDERARE NEL LAVORO PROPRIOCETTIVO

La propriocezione interessa diversi parametri:
non è possibile svolgere un esercizio propriocettivo completo senza considerare contemporaneamente tutti questi fattori:
  1. posizione; 
  2. movimento; 
  3. forza; 
  4. velocità; 
  5. accelerazione; 
  6. coordinazione.

Per rendere ancora più chiara l'interazione tra coordinazione, propriocettività, equilibrio e funzionalità del movimento è necessario conoscere alcuni concetti di fisiologia.

Il corpo umano è diviso in quattro unità funzionali (insieme di sistemi muscolo-articolari e neuro logici) che si trasmettono la forza l'una con l'altra:

  1. Unità funzionale del capo e rachide cervicale;
  2. Unità funzionale del tronco ;
  3. Unità funzionale del cingolo scapolare e arti superiori; 
  4. Unità funzionale del bacino e arti inferiori.

Nel caso l'efficienza di un'unità funzionale sia ridotta a causa di una lesione, di un'insufficienza muscolare o di altri motivi, il passaggio della forza sarà ostacolato da un anello debole. Di conseguenza verranno sovraccaricate le altre unità funzionali che partecipano al gesto atletico. Il risultato sarà una diminuzione della performance, del controllo del movimento e della stabilità articolare, con aumento del rischio di infortunio. Distribuendo il carico da controllare su tutte le unità funzionali, invece, si riuscirà a stabilizzare in modo migliore le articolazioni, senza sovraccaricare eccessivamente nessuna struttura in particolare.


I RIFLESSI PROPRIOCETTIVI SONO GARANTITI DAGLI AUTOMATISMI
Le capacità propriocettive dovrebbero essere sviluppate in modo specifico secondo lo sport praticato, con esercizi di controllo capaci di rispettare gli stress che si raggiungono in gara. Seguendo una giusta e progressiva metodica, più le condizioni di stress destabilizzante verranno riproposte in palestra, minori saranno le probabilità di lesione durante la competizione.
Un consiglio importante è eseguire l'allenamento propriocettivo scalzi, perché in questo modo si riescono a sfruttare meglio le stimolazioni percettive.

Gli esercizi possono essere svolti grazie all'utilizzo di pedane destabilizzanti, percorsi con sassi tondeggianti, fitball, elastici, palle mediche, kettlebell, macchine tecnologiche, ecc.  Per fare in modo che le situazioni stressanti della competizione non influenzino negativamente la possibilità di utilizzare il massimo potenziale propriocetivo di cui si è in possesso, è importante abbinare agli esercizi di controllo anche quelli che richiedono l'uso dell’attenzione:
  • divisa è la capacità di prestare attenzione e di elaborare diversi stimoli che giungono contemporaneamente.
  • selettiva è la capacità di concentrandosi su uno o più stimoli selettivi, selezionandoli, tra altri distrattivi.
  • sostenuta è la capacità di mantenere nel tempo l'attenzione su determinati stimoli

In ogni situazione sportiva l'atleta si trova a dover prestare attenzione contemporaneamente alla tattica agonistica e al controllo del gesto, mentre ricerca la massima performance. Solo grazie all'acquisizione di specifici automatismi propriocettivi si potrà impegnare meno il centro di elaborazione e garantire così una riserva attentiva utile alla gestione degli imprevisti.

Quando il nostro organismo è in grado di applicare automatismi che garantiscano contemporanea mente forza, velocità, stabilità e mobilità, aumenta la capacita di prestare attenzione agli stimoli esterni.
I riflessi propriocettivi, al fine di ottenere il miglior risultato riabilitativo o preventivo, devono essere allenati relativamente a tutte le varianti attentive (divisa, selettiva e sostenuta).

I LIVELLI DI CONTROLLO PROPRIOCETTIVO
IL lavoro propriocettivo agisce su diversi livelli di controllo neuromuscolare, come consigliato da Lephart (1992; 1998):

1. Controllo da parte dei centri superiori;

2. Controllo inconscio;

3. Controllo da parte del tronco encefalico;

4. Controllo a livello spinale.


PROGRESSIONE LA PROPRIOCETTIVITÀ IN MODO COMPLETO CONDIZIONARE
Il condizionamento della propriocettività è tanto affascinante quanto complicato. Siccome l'organismo umano si adatta con rapidità, i primi risultati si ottengono con discreta facilità. Dopo di che, per cercare di incrementare le capacità acquisite senza rischiare infortuni, è necessario affidarsi ad un professionista, altrimenti si rischia che il quadro si complichi notevolmente. 





La progressione dell'intensità negli esercizi propriocettivi deve essere molto cauta, altrimenti il rischio è incappare in un infortunio proprio durante l'allenamento di prevenzione. A seconda della destrezza e della rapidità raggiunta si aumenterà via via la difficoltà.


Bibliografia: 
“Preparazione atletica e riabilitazione” Fondamenti del movimento umano  Scienze e traumatologia dello sport Principi di trattamento riabilitativo: D. Carli, S. Di Giacomo, G. Porcellini (da pag. 57 a pag. 69)


Author: Dott. Eugenio Isidoro Scibetta Co-Founder & Admin Scienze Salute e Benessere




COSA MANGIARE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS?







Per provare a dare una risposta scientifica a questa domanda, bisogna dividerla in due:
- Esiste una dieta che ci aiuta a difenderci dall'infezione? 
- Come deve cambiare la nostra dieta in seguito al cambiamento dello stile di vita conseguente alle restrizioni decise dal Decreto del Presidente del Consiglio? 
Al primo quesito è bene chiarire che non abbiamo una risposta specifica riguarsante il Covid-19. Conosciamo questo nuovo virus da troppe poche settimane e sappiamo molto poco delle sue caratteristiche biologiche per potere avere nozioni che ci permettano di contrastarlo a livello alimentare. 
Tuttavia, la possibilità di aiutare alcune delle funzioni del sistema immunitario attraverso l'assunzione di nutrienti specifici o di alimenti mirati è stato ampliamente studiato negli ultimi decenni. In particolare, proprietà immuno-stimolanti sono state dimostrate per alcune vitamine (Vit. A, C, E e D), per alcuni micronutrienti quali zinco e selenio e più recentemente per i probiotici. 
Una delle infezioni umane più studiata è il raffreddore comune, dove la vitamina C somministrata regolarmente sembra ridurre la durata dei sintomi, indicando un effetto biologico; perciò si può suggerire una corretta assunzione di tale bioregolatore.
Negli ultimi anni, numerosi studi sono anche stati rivolti al possibile ruolo della vitamina D in seguito alla scoperta dei suoi numerosi effetti extra-scheletrici, e né è stato dimostrato un rilevante impatto sulle risposte immunitarie innate e adattive. Si può, per tale motivo, invitare al consumo di integratori di vit. D per evitare problematiche che una carenza di essa (dovuta anche dalla mancata esposizione ai raggi solari) potrebbe causare (rachitismo e osteoporosi in primis). Tra i minerali, il più studiato in campo immunologico è lo Zinco, la quale carenza è associata ad un deficit di integrità del sistema immunitario. Una sua scarsità marginale è stata osservata in diversi gruppi di popolazione "a rischio", come gli anziani, supportando l'ipotesi che la supplementazione nei soggetti più vulnerabili potrebbe impedire la compromissione del sistema immunitario e migliorare sostanzialmente la resistenza alle infezioni in questi soggetti.
Più recentemente l'interesse scientifico è stato rivolto ai probiotici che oltre ad avere un ruolo specifico nella regolazione del microbiota intestinale sembrano avere un effetto immunomodulatore.
Fortunatamente, questi nutrienti, si trovano facilmente nel nostro modello dietetico di tipo Mediterraneo. L'abbondanza di alimenti come pane, pasta, verdure, legumi, frutta e frutta secca, olio di oliva, un moderato consumo di pesce, di carne bianca e rossa, di latticini e uova e modesto consumo di vino durante i pasti, fornisce un ottimale apporto di tutti i nutrienti "funzionali" che possono giocare un ruolo immunomodulatore, lasciando l'uso di supplementi ai casi in cui si possa ipotizzare uno stato carenziale. 
Il Decreto #IORESTOACASA ha numerose importanti conseguenze che possono influire sui nostri fabbisogni energetici e sul nostro comportamento alimentare; in particolare: 
- la riduzione della attività motoria giornaliera, come conseguenza dello smart working, della chiusura delle palestre e degli studi fitness, dell'invito ai soli spostamenti essenziali, la chiusura delle scuole e di tutte le attività ludico sportive, ha determinato una significativa riduzione del fabbisogno energetico giornaliero. 
- l'ansia, lo stress e la noia che possono subentrare in questo momento possono favorire la comparsa o peggiorare, la cosiddetta fame "fame nervosa", ossia il ricorso al cibo come meccanismo di compensazione attraverso cui arginare questi stati mentali. 
Le conseguenze sono un aumento del rischio di incremento del peso corporeo e/o l'aggravarsi di patologie quali sindrome metabolica e diabete. 
Cosa fare quindi? 
Implementare le attività motorie all'interno delle mura domestiche e cucinare con fantasia seguendo il modello mediterraneo e incrementando il consumo di frutta e verdura ad almeno 5 porzioni per garantire il corretto consumo di vitamine, minerali e aiutando la riduzione dell' apporto calorico settimanale. 

Bibliografia 
http://m.my-personaltrainer.it 
Akramienė D, Kondrotas A, Didziapetriene J, et al. Effects of β-glucans on the immune system. Medicina (Kaunas) 
Dardenne M. Zinc and immune function. Eur J Clinical Nutr 2002
Hemilä H. Vitamin C and Infections. Nutrients. 2017
Gruber-Bzura BM et al Vitamin D and Influenza-Prevention or Therapy? Int J Mol Sci.2018 
Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana (LARN), IV ed. 2014. Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) 

Author: Dott. Luca Peroncini

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