LINEE GUIDA SULL'ATTIVITÀ FISICA PER LE DIFFERENTI FASCE D'ETÀ

Arriva l’Epifania che tutte le feste si porta via, quindi si torna in palestra?! NO

Nel periodo immediatamente dopo le festività natalizie, note per le abbuffate di cibo tra pranzi, cene, panettoni, pandori e torroni, le palestre si riempiono di nuovi clienti che forse per sensi di colpa inizia ad allenarsi in proiezione dell’estate.
Tutto ciò è abbastanza errato, poiché in meno di sei mesi è difficile raggiungere buoni risultati.

Questa è una convinzione che andrebbe un pò smussata; infatti bisognerebbe allenarsi costantemente nell’arco dell’anno, sia per avere benefici fisici visivi, ma anche per migliorare lo stato psichico-emotivo e soprattutto ridurre i rischi di patologie come malattie cardio-vascolari, tumorali, respiratori, etc.

Ampliando il raggio del discorso, bisognerebbe praticare attività fisica per tutto il corso della vita e possibilmente affidandosi alle giuste persone formate che possono soddisfare ogni vostra esigenza.


BAMBINI E ADOLESCENTI TRA 5 E 17 ANNI
Almeno 60 minuti di attività fisica quotidiana di intensità moderata-vigorosa +
esercizi di rafforzamento dell’apparato muscolo-scheletrico almeno 3 volte a settimana.

  • L’attività fisica nei bambini e negli adolescenti include il gioco, l’esercizio fisico strutturato, lo sport e le normali attività fanno parte della vita quotidiana in base all’età svago, spostamenti a piedi e in bicicletta
  • Fin dai primi mesi, il neonato può essere aiutato a muoversi e, in seguito, incoraggiato a fare giochi di movimento, assicurando anche un sufficiente numero di ore di sonno
  • Il pediatra è il migliore alleato nel momento della scelta dell’attività fisica più adatta al bambino.



LO SPORT :
  • funzione di supporto all’attività educativa dei genitori
  • favorisce il dialogo tra i componenti familiari e mette le generazioni in contatto attraverso  condivisione di interessi e passioni

BAMBINI AFFETTI DA PATOLOGIE CRONICHE
Evitare la sedentarietà e poter praticare attività fisica in sicurezza.
—> Il medico specialista in medicina dello sport:
• valuta le condizioni del bambino
• verifica la tolleranza allo sforzo
• prepara un programma di attività fisica in relazione alle condizioni cliniche
  • ha la responsabilità di un’eventuale certificazione agonistica



ADULTI 
Minimo 150 minuti di attività fisica aerobica d’intensità moderata a settimana 
oppure
un minimo di 75 minuti di attività vigorosa a settimana + esercizi di rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari 2 o più volte a settimana



—> Poco è meglio di niente
  • Anche con quantità di attività fisica minime (es 60 minuti a settimana) gli adulti sedentari ottengono benefici per la salute 
  • Quantità di attività fisica superiori a quella minima raccomandata apportano maggiori vantaggi per la salute e la prevenzione delle malattie croniche.

Le persone che non sono fisicamente attive hanno un aumentato rischio di mortalità per tutte le cause: il rischio di morte per tutte le cause può essere efficacemente ridotto già con modesti incrementi del livello di attività fisica.

TUTTI GLI OPERATORI (SANITARI E NON) DEVONO SENSIBILIZZARE I PROPRI INTERLOCUTORI SEDENTARI A CAMBIARE LO STILE DI VITA, INTRODUCENDO UNA QUOTA SUFFICIENTE DI ATTIVITÀ FISICA ED IN PARTICOLARE.


ANZIANI
150 minuti di attività fisica aerobica d’intensità moderata a settimana
oppure
Un minimo di 75 minuti di attività vigorosa a settimana + esercizi di rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari 2 o più volte a settimana + attività per migliorare l’equilibrio e prevenire le cadute 3 o più volte la settimana per coloro che hanno una ridotta mobilità.


  • E’ necessario adottare uno stile di vita attivo e svolgere attività a bassa intensità, nei limiti delle proprie capacità e condizioni, anche se non si possono raggiungere i livelli raccomandati (a causa delle condizioni di salute).
  • È bene ridurre i lunghi periodi di sedentarietà che potrebbero costituire un fattore di rischio a prescindere da quanta attività fisica si pratichi in generale.
  • Si può mantenere uno stile di vita attivo anche attraverso le attività usuali della vita quotidiana (gli acquisti, le pulizie, la preparazione dei pasti, le attività professionali, le attività ricreative o di svago).

—> Le raccomandazioni possono essere applicate anche agli anziani con disabilità con necessari adeguamenti, in base alla capacità di esercizio ed ai rischi o alle limitazioni di salute specifiche.


Tutti gli operatori (sanitari e non) devono sensibilizzare i propri interlocutori sedentari a cambiare lo stile di vita, introducendo una quota sufficiente di attività fisica
OBIETTIVI MINIMI E REALISTICAMENTE RAGGIUNGIBILI
CONDIVISI CON I SOGGETTI CUI VENGONO PROSPETTATI INTEGRANDO L’ATTIVITÀ FISICA NELLA PROPRIA QUOTIDIANITÀ.



GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
In assenza di condizioni patologiche specifiche le donne in gravidanza dovrebbero iniziare o mantenere uno stile di vita attivo, praticare un'adeguata attività fisica e proseguirla anche durante la fase post partum e l’allattamento.
Almeno 150 minuti di attività fisica a intensità moderata ogni settimana o 30 minuti per 5 giorni
durante tutta la gravidanza cominciando gradualmente fino a raggiungere i 30 minuti al giorno senza eccedere.








L’ATTIVITÀ FISICA IN GRAVIDANZA:
  • migliora la funzionalità cardiocircolatoria, la forza e la resistenza muscolare
  • migliora la coordinazione e l’equilibrio
  • evita l’aumento eccessivo di peso
  • previene o riduce la gravità dei disturbi muscolo-scheletrici collegati alla gravidanza
  • previene o riduce l’incontinenza urinaria
  • riduce il rischio di macrosomia fetale o neonati large for gestational age, di diabete gestazionale, di pre-eclampsia

DOPO IL PARTO:
Valutare con il proprio medico il momento più appropriato per ritornare ai livelli di attività fisica pregravidici: E’ pertanto, consigliabile allattare prima dell’esercizio fisico per evitare sia potenziali problemi associati all’aumento dell’acidità del latte sia il disagio dell’ingorgo mammario durante gli esercizi.

L’ATTIVITÀ FISICA NEL POST PARTUM
  • riduce la depressione e l'ansia 
  • migliora l’umore
  • contribuisce a tenere sotto controllo il peso, migliora la funzionalità cardiorespiratoria.


OPERATORI SANITARI E NON (fisioterapisti/laureati in scienze motorie), adeguatamente formati sono coinvolti nel programma di attività fisica secondo le rispettive competenze qualora fosse necessario apportare modifiche in termini di durata e intensità di esercizio in riferimento alla diagnosi ed alle prescrizioni del medico




PERSONE CON DIABETE MELLITO TIPO 2
  • l’attività fisica dovrebbe essere svolta possibilmente ogni giorno cercando di evitare due giorni consecutivi di inattività 
  • camminare per almeno 30 minuti al giorno (individualmente o in gruppi) riduce il rischio di sviluppare il diabete nei soggetti affetti da sindrome metabolica

—> Collaborare con figure professionali diverse, sia sanitarie (diabetologo, dietologo, medico dello sport, ecc.) che non (laureato in scienze motorie) affinché l’esercizio venga opportunamente calibrato alle condizioni cliniche e alla capacità funzionale e efficienza fisica del paziente


PERSONE OBESE

almeno 150 minuti a settimana di attività aerobica ad intensità moderata e almeno 90 minuti settimanali di attività anaerobica per 2-3 giorni non consecutivi a settimana, variando le sessioni da 30 a 60 minuti.





L’attività fisica è in grado di influire positivamente sulla composizione corporea inducendo una riduzione della massa grassa e un mantenimento/aumento di quella magra
  • l’esercizio aerobico promuove un aumento del dispendio energetico favorendo il dimagrimento (bilancio energetico negativo)
  • l’esercizio contro resistenza favorisce un aumento della massa muscolare così da evitarne una riduzione a seguito delle diete ipocaloriche e, al tempo stesso, fondamentale per aumentare il ritmo.

—> un team multiprofessionale (medico di medicina generale/pediatra di libera scelta, psicologo, dietologo, medico dello sport, laureato in scienze motorie) può:
1. accompagnare e supportare un percorso di cambiamento consapevole
dello stile di vita
2. orientare e fidelizzare il paziente verso un’adeguata alimentazione e la
pratica costante di attività fisica



PERSONE CON NEOPLASIE

Almeno 150 minuti di attività fisica aerobica d’intensità moderata a settimana oppure
un minimo di 75 minuti di attività vigorosa distribuita in modo uniforme ed equilibrato nel corso della settimana, con alcune eccezioni.

Nel paziente con neoplasia qualsiasi tipo di attività fisica apporta beneficio alla salute psicofisica, percentualmente maggiore se comparato al solo utilizzo delle terapie abituali specifiche.
È IMPORTANTE NON INTERROMPERE MAI DEL TUTTO L’ATTIVITÀ FISICA (l’interruzione prolungata fa perdere i benefici ottenuti).






Benefici dell’AF:
  • L’esercizio fisico individualizzato e regolarmente svolto rappresenta uno dei presidi terapeutici universalmente accettati e riconosciuti per il controllo dei fattori di rischio cardiovascolari e della potenziale cardio- tossicità da farmaci antitumorali
  • Consente il mantenimento della massa muscolare, la protezione e il miglioramento della densità ossea
  • Riduce il rischio di recidiva
  • Migliora la mobilità, la fatigue, la forza, la resistenza, e le capacità coordinative
  • Favorisce la socializzazione, il divertimento, influisce positivamente sull’umore e riduce gli stati di ansia e depressione
  • Contribuisce a preservare l’efficienza cardiovascolare (già di per sé compromessa dalla sarcopenia) quella respiratoria e a mantenere il peso nella norma.
  • Ha efficacia anche sulle complicanze oncologiche.

—> TUTTI GLI OPERATORI (sanitari e non) devono sensibilizzare i pazienti a cambiare lo stile di vita, introducendo una quota sufficiente di attività fisica ed in particolare.



Referenze:
“Linee di indirizzo sull’attività fisica per le differenti fasce d’età e con riferimento a situazioni fisiologiche e fisiopatologiche e a sottogruppi specifici di popolazione”
Dott.ssa Maria Teresa Menzano (http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_EventiStampa_551_intervisteRelatori_itemInterviste_1_fileAllegatoIntervista.pdf)



Author: Dott. Eugenio Isidoro Scibetta Co-Founder & Admin Scienze Salute e Benessere





I METODI DI VALUTAZIONE DELLA COMPOSIZIONE CORPOREA



 Sono molteplici e sono suddivisibili in: 
  1. metodi diretti: misurazioni dirette sul compartimento di interesse. Esempio: analisi chimica da cadavere. 

  1. metodi indiretti: il compartimento di interesse (es. massa magra /densità tessuti) viene calcolato indirettamente a partire da un altro parametro misurato (es. potassio corporeo totale/ DEXA).Il potassio è infatti costante nella massa magra, la densità è specifica per ogni tessuto. Questo parametro e il compartimento di interesse sono legati da una relazione matematica verificata dalle metodiche dirette: la quantità di potassio presente nella massa magra e la densità dei tessuti sono state infatti scoperte grazie alla dissezione da cadavere. Esempi: potassio corporeo totale, DEXA. 

  1. metodi doppiamente indiretti: sono necessari più passaggi matematici per ottenere la stima del compartimento di interesse. Per avere validità diagnostica, devono essere validati con i gold standard. Esempio: bioimpedenziometria (BIA).
1. Metodi Diretti 
Misurazioni dirette sul compartimento di interesse. 
Analisi chimica da cadavere: tramite esterificazione dei grassi. Rappresenta la metodica gold standard, ma per ovvi motivi non è applicabile a studi sull’uomo. 
Attivazione neutronica: si basa sulla misurazione di Carbonio, Idrogeno, Calcio e Azoto, effettuata irradiando il soggetto con neutroni veloci di energia che interagiscono con questi elementi chimici del corpo, provocando emissioni di raggi gamma che possono essere misurati. Viene effettuata in vivo. L'azoto fornisce informazioni sulle proteine e sulla massa cellulare, l'idrogeno sul contenuto di acqua, il carbonio sul grasso, il calcio sul tessuto osseo... Questa metodica necessita di apparecchiature molto costose, inoltre viene utilizzata una debole emissione di radiazione ionizzante: questo fa si che l'attivazione neutronica venga usata solo per sperimentazioni in cliniche specializzate. 

2. Metodi Indiretti
Il compartimento di interesse viene calcolato indirettamente a partire da un altro parametro misurato. Questo parametro e il compartimento di interesse sono legati da una relazione matematica verificata dalle metodiche dirette. 
• Pesataidrostatica 
• Pletismografia
• Dexa
• TAC 
• RMN
• Diluizione isotopica
• Potassio corporeo totale 

PLETISMOGRAFIA 
  • Come la pesata idrostatica, la pletismografia misura la densità corporea, ma attraverso lo spostamento di aria piuttosto che l'immersione in acqua. 
  • Anche questo metodo è considerato un gold standard per la misurazione del grasso corporeo. 
  • Con la pletismografia, il volume corporeo viene definito indirettamente misurando il volume di aria che si sposta dentro una camera chiusa (pletismografo), che ha una temperatura costante. 
  • Il peso e il volume della persona vengono usati per calcolare la densità corporea e successivamente la percentuale di grasso corporeo e la percentuale della massa magra. 
  • Il tempo richiesto per le misurazioni è breve (intorno ai 3-5 minuti) e l'esaminato può continuare a respirare, a differenza della pesata idrostatica. Può essere misurato anche il metabolismo e il test può essere eseguito su tutte le persone, comprese quelle alte, robuste o muscolose. 
  • Al momento ci sono solo due modelli disponibili in commercio che utilizzano la 'pletismografia a spostamento d'aria per la misura della composizione corporea: BOD POD (per bambini e adulti) e PEA POD (per neonati). 

DUAL ENERGY X-RAY ABSORPTION (DEXA) 
  • Viene considerata il gold standard per la determinazione della densità dei tessuti ossei (mineralizzazione). 
  • Utilizza una sorgente di raggi X con un basso dosaggio, che viene attenuata in relazione al tipo di tessuto che incontra. 
  • Questa attenuazione viene misurata e tramite degli algoritmi è possibile calcolare anche il valore di massa grassa e massa magra. 
  • Presenta una buona riproducibilità e precisione, ma lo strumento è molto costoso, espone ad una piccola dose di radiazioni e può essere manovrato solo da personale specializzato. 

TOMOGRAFIA ASSIALE COMPUTERIZZATA (TAC) 
  • La TAC è una metodica di diagnostica per immagini, che sfrutta radiazioni ionizzanti e consente di riprodurre sezioni o strati corporei del paziente ed effettuare elaborazioni tridimensionali.
  • La densità radiologica del tessuto adiposo è sostanzialmente omogenea, mentre la massa magra comprende organi e tessuti a densità radiologica molto diversa fra loro. 
  • Per avere dati precisi e accurati sarebbe necessario effettuare una grande quantità di scansioni, e l'esame diverrebbe troppo costoso e pericoloso per la persona. 
  • Sezioni tomografiche localizzate all’addome possono essere utili per valutare le dimensioni e la localizzazione del grasso viscerale e di quello sottocutaneo.

RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE (RMN) 
  • Tecnica che consente di creare immagini tridimensionali dell'interno del corpo, senza utilizzare radiazioni ionizzanti. 
  • Utile per la valutare la quantità e localizzazione del tessuto adiposo
  •     Nonostante fornisca preziose informazioni, a causa della bassa disponibilità e  dell'elevato costo della strumentazione, l'utilizzo della risonanza magnetica in questo campo è piuttosto limitato. 

ECOGRAFIA A ULTRASUONI
• Tecnica non invasiva per la misura del solo spessore di grasso sottocutaneo e viscerale.
• La metodica è destinata a personale molto preparato ed esperto (ecografista).
• Servono tempi superiori ai 20 minuti per una misurazione. 

DILUIZIONE ISOTOPICA 
• Consiste nell'iniettare sostanze radioattive innocue nel corpo (es. deuterio, bromo). 
  • Dopo alcune ore, quando la sostanza si è completamente diluita nell'acqua corporea, dai liquidi biologici si misura la sua concentrazione. 
  • Dalla quantità iniziale di sostanza iniettata e dalla sua concentrazione si ricava l'acqua corporea totale o l'acqua extracellulare. 
  • Questo metodo richiede tempo, è costoso e necessita di personale esperto. 

POTASSIO CORPOREO TOTALE 
• L'isotopo radioattivo del potassio, il potassio 40, è normalmente presente nel corpo in proporzioni costanti rispetto al potassio corporeo totale. A sua volta il potassio corporeo totale è contenuto in proporzioni costanti nella massa magra. 
• L'isotopo emette una radiazione captabile da alcuni strumenti, grazie alla quale si risale al potassio corporeo totale. 
• Il potassio corporeo totale viene utilizzato per calcolare la massa magra (free fat mass) oppure la massa cellulare metabolicamente attiva
• Si tratta di una metodica estremamente precisa; l'esame dura una quindicina di minuti, non è pericoloso per la salute, ma i costi proibitivi delle apparecchiature ne rendono impraticabile l'utilizzo su larga scala. 


3. Metodi Doppiamente Indiretti
Tali metodiche misurano un determinato parametro, che poi è messo in relazione, attraverso un'equazione matematica, ad un altro parametro misurato con una metodica indiretta. In questo modo risaliamo al compartimento di interesse in maniera doppiamente indiretta. Devono essere validate con le altre metodiche di riferimento (dirette o indirette). 
  • Antropometria 
  • Plicometria 
  • Bioimpedenziometria 


ANTROPOMETRIA
  • Il metodo antropometrico utilizza il peso, l’altezza, le circonferenze corporee (bicipite, tricipite, vita, addome, fianchi..), le aree muscolari, l’ampiezza di polso e gomito, le lunghezze degli arti per stimare indirettamente la composizione corporea. 
  • Da queste misure si possono ottenere informazioni relative a: 
    • adeguatezza di peso e altezza: utile per valutare la crescita in bambini e adolescenti, 
    • struttura scheletrica o taglia (stimata attraverso l’ampiezza del gomito), 
    • biotipo (obesità androide o ginoide): valuta dove sono localizzati i depositi adiposi in eccesso (parte alta o parte bassa del corpo), 
    • stima della massa magra e della massa grassa
    • fabbisogno energetico basale, 
    • peso desiderabile. 
  • Metodo sicuramente poco costoso, ma poco accurato e poco riproducibile

PLICOMETRIA 
• Tecnica che consiste nel misurare lo spessore di grasso sottocutaneo con un calibro detto plicometro, in varie sedi del corpo (bicipite, tricipite, coscia, addome etc). 
• Attraverso una serie di equazioni viene calcolata la massa grassa corporea
• Il calibro è facilmente trasportabile e la misurazione è semplice e poco costosa. 
  • La misurazione è difficoltosa sia in ambito pediatrico che nelle persone obese. Inoltre, la riproducibilità dei risultati è molto ridotta, in quanto dipende enormemente dall'operatore e dalla sua abilità ed esperienza. 

BIOIMPEDENZIOMETRIA (BIA) 
• La BIA consiste nella misurazione dell’impedenza elettrica del corpo. 
• L'impedenza si può considerare come la capacità del corpo di opporsi al passaggio di una corrente elettrica alternata, di piccola intensità e assolutamente innocua. 
• Dal valore dell’impedenza è possibile stimare direttamente l'acqua corporea totale e l’acqua extracellulare e, indirettamente, altri compartimenti corporei, come l’acqua intracellulare, la massa grassa, la massa cellulare metabolicamente attiva, i minerali, le proteine, ecc... 



Referenze:

Formazione InBody (www.inbodyitalia.it)



Author: Dott. Eugenio Isidoro Scibetta Co-Founder & Admin Scienze Salute e Benessere



OBESITÀ E ATTIVITÀ FISICA ADATTATA







Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo. Siamo infatti di fronte a una vera e propria epidemia globale, che si sta diffondendo in molti paesi e che coinvolge non solo la popolazione adulta, ma anche quella infantile.
Secondo l’OMS nel mondo esiste oltre un miliardo di adulti in sovrappeso, di cui 300 milioni sono obesi. Negli Stati Uniti i soggetti adulti obesi costituiscono circa il 30% della popolazione; in Italia raggiungono il 10%.

Che cosa è l’obesità?
L’obesità è una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo dovuto a un alterato bilancio tra introito calorico e dispendio energetico.
Il consumo energetico dipende principalmente da:
- Le calorie necessarie per mantenere le funzioni vitali (metabolismo basale), che rappresentano il 60-70% del dispendio energetico totale.
- L’energia per metabolizzare e conservare i nutrienti che vengono introdotti nell’organismo (10-15% del totale).
  • L’effetto termico dell’esercizio fisico, che può variare da un valore pressoché nullo (inattività) fino al 50% del dispendio energetico totale.

Nell’attuale società industrializzata la facile accessibilità a cibi ipercalorici e uno stile di vita sedentario favoriscono, da un lato, un’eccessiva introduzione di calorie e, dall’altro, un ridotto consumo calorico, determinando un bilancio energetico positivo con sviluppo di obesità.


L’Indice di Massa Corporea


L’accumulo di grasso corporeo, che nell’evoluzione della specie ha rappresentato un vantaggio in condizioni di limitata e incostante disponibilità di cibo, nella società odierna rappresenta un elemento sfavorevole per la salute dell’uomo. L’OMS ha stabilito dei criteri di riferimento che permettono di classificare l’obesità in base all’Indice di Massa Corporea (BMI, Body Mass Index), che viene calcolato dividendo il peso corporeo (espresso in kg) per il quadrato dell’altezza (espressa in metri)








Dinamica del tessuto adiposo

  • A sei mesi di vita costituisce il 25% del peso corporeo.
  • Fino alla fine dello sviluppo puberale, raramente anche nell’età adulta, l’aumento della massa adiposa è determinata da fenomeni di iperplasia degli adipociti.
  • Tale fenomeno è legato alle dimensioni delle cellule adipose, che raggiunta una dimensione critica (ipertrofia) stimolano la formazione di nuovi adipociti dagli adipoblasti (iperplasia)
  •   Il numero delle cellule adipose non può più diminuire, neanche con il dimagrimento;   si viene così a determinare una resistenza al calo ponderale. 

    • Pertanto, nell’adulto, il principale meccanismo di perdita di massa grassa sta nella riduzione di volume, e non di numero, dei singoli adipociti.
    • Un soggetto divenuto obeso prima della fine della pubertà e che successivamente ha perso peso, fino anche a rientrare nella normalità, possiede comunque un numero più elevato di cellule adipose. +



La circonferenza vita 
In linea generale il grasso in eccesso può rappresentare un pericolo per la salute con differenze importanti a seconda delle sedi dell’organismo in cui si deposita. In particolare, il grasso viscerale che si accumula a livello dell’addome, provoca danni maggiori sulla salute poiché causa insulino-resistenza che se non controllata può sfociare in sindrome metabolica o diabete mellito di tipo 2, aumentando il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. 





Possiamo distinguere una distribuzione del grasso corporeo e quindi due tipi di obesità:
  1. di tipo androide o centrale (“a mela”) —> obesità viscerale
  2. di tipo ginoide (“a pera”) —> obesità ginoide



















A sx la RMN di un soggetto obeso, ci permette di vedere dove si localizza il grasso viscerale;
A dx la RMN di un soggetto normopeso.





Per avere una stima del grasso depositato a livello addominale è stato introdotto un ulteriore indice, quello della circonferenza addominale. Valori superiori a 102 cm nell’uomo e 88 cm nella donna si associano a un aumentato rischio di malattia.





Caratteristiche anatomiche del soggetto adulto obeso 
Aumentato rapporto FM (massa grassa) / FFM (massa magra)
• Aumentata adiposità in sede addominale e muscolare 
  • Ridotta efficienza delle fibre muscolari I-a rispetto a II-b 
  • Ridotto flusso capillare muscolare 


Finalità dell’esercizio fisico aerobico nell’obesità (partendo dal presupposto che l’alimentazione ricopre circa una percentuale dell 70% per raggiungere l’obiettivo) 

• Riduzione della perdita di FFM da dieta ipocalorica 
• Prevenzione della riduzione della spesa energetica da dieta ipocalorica 
• Mantenimento nel tempo del calo ponderale conseguito 
• Incremento della termogenesi post-esercizio (fino a 16 ore) 
• Incremento dell’utilizzo di FFA a scopo energetico (fino all’80%) anche nella fase post-esercizio 
• Tonificazione muscolare
• Aumento fibre muscolari II-a (aerobiche-anaerobiche) da II-b • Perdita di massa adiposa (1 Kg FM = 9000 Kcal) .

La motivazione nel soggetto obeso:
• Fissare obiettivi raggiungibili nel breve termine
• Mostrare immagini di soggetti obesi “prima e dopo”
• Porre l’accento in ogni seduta sui progressi compiuti
• Garantire la realizzazione delle sue aspettative
• Suo inserimento in un gruppo omogeneo
• Stilare un programma iniziale non impegnativo
• Attività fisica sinonimo di momento sereno della giornata
• Finalizzare l’allenamento al recupero di uno sport già praticato 


Personalizzare il programma 
Occorre sempre ritagliare un’attività adatta alle caratteristiche e alle preferenze del soggetto, purché compatibili con l’obiettivo che si vuole raggiungere. 
Per i soggetti che non amano praticare sport, si potrà individuare un’attività di loro gradimento come il ballo o la ginnastica aerobica a basso impatto, purché siano praticate con continuità, ad intensità e frequenza tali da essere allenanti. 

La prescrizione 
Non basta invitare il soggetto obeso a muoversi di più, occorre redigere un programma di ricondizionamento motorio, specificando: il tipo di esercizio, l’intensità, la durata, la frequenza settimanale, la progressione del carico allenante, anche per evitare interventi e improvvisazioni da parte di preparatori  non qualificati

Struttura generale del programma di allenamento 

  • Tipo di esercizio: 
  • principalmente di tipo aerobico: somministrare un lavoro intervallato (“interval training”), dal valore della Frequenza Cardiaca Massima (FCmax) che si calcola nei seguenti modi:

Fc MAX teorica (Fmt):    
  1. Formula di Cooper: 220 – età 
  2. Formula di Tanaka: 208 – (0,7 x età) 
  3. Heart rate reserve: Fc max – Fc riposo 

Si ricava la FC di allenamento tramite la:

Formula di Karvonen: ((Fmt - Fc riposo) x 0,4-0,6) + Fc a riposo 

Es. paz.50 anni con Fc a riposo: 70 b/m ((170-70)x0,4-0,6)+70= 110 - 130 b/min
  • abbinare anche alcune sessioni di forza: aumenta la massa muscolare, favorisce la trasformazione delle fibre IIA (intermedie) in fibre IIb
  • Durata/intensità dell’esercizio
  • per realizzare una significativa perdita di peso mediante l’attività fisica, si raccomandano sessioni di almeno 60 min e un dispendio energetico di almeno 300 kcal/seduta. 
  • un’elevata frequenza degli allenamenti risulta utile poiché aumenta il consumo calorico totale 
  • Frequenza delle sedute di allenamento
  • Meno di 2 allenamenti/settimana non sono sufficienti a modificare significativamente le capacità aerobiche, anaerobiche e composizione corporea.
  • Progressione dell’incremento dei carichi di lavoro 
  • Regolarità 


Bibliografia 
  1. Bosello O, Cuzzolaro M (2006) Obesità e sovrappeso. Il Mulino
  2. Giampietro M, Spada R, Calderone G (2001) Attività Fisica e Obesità. Prevenzione e terapia. Mediserve 
  3. Prof.re Paolo Montera, docente di “Fitness Metabolica” al corso di laurea STAMPA (Scienze e Tecniche delle Attività Preventive ed Adattate) presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Roma Tor Vergata (Roma 2)

Author: Dott. Eugenio Isidoro Scibetta Co-Founder & Admin Scienze Salute e Benessere








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