LA FIBROMIALGIA E IL RUOLO DELL'ATTIVITÀ FISICA




La FM è una sindrome reumatica di tipo extra articolare ad andamento cronico recidivante con fasi di acuzie ed apparente remissione caratterizzata da dolore diffuso, rigidità delle pareti molli degli organi in movimento, in assenza di un substrato anatomico ben definito.
Oltre ad una sintomatologia muscolo scheletrica sono presenti altri sistemi quali astenia, rigidità, ansia, depressione, colon irritabile, cefalea e disturbi del sonno. 

STORIA
Il termine è stato introdotto da Hench nel 1976 ed una sindrome cronica ed eziologia multipla ed in gran parte sconosciuta caratterizzata oltre che dal dolore diffuso della presenza di aree algogene dette tender points.
EPIDEMIOLOGIA
La FM compare in età relativamente giovane con netta prevalenza per il sesso femminile mentre la forma che si associa spesso a patologie sottostanti e/o concomitanti (osteoartrosi generalizzata, artrite reumatoide, polimiosite, polimialgia, reumatica ed altre malattie del tessuto connettivo) è definito fibromi algia secondaria.

La FM è una affezione di frequente riscontro nella pratica ambulatoriale. Recenti studi hanno evidenziato che negli USA interessa il 2% della popolazione mentre altre stime riportano percentuali pari all’ 11%-13% nella popolazione del Regno Unito. 
Tale disparità di riscontri è riconducibile a un non univoco percorso diagnostico con rischi di sottostima del fenomeno. 
La FM è una malattia sociale per importanti conseguenze che comporta in merito al numero di assenze della attività lavorativa mentre per quel che concerne la fascia di età la massima incidenza è intorno ai 42. 

PREVALENZA 
La FM è una sindrome prevalentemente ad appannaggio della popolazione femminile con un rapporto F/M di 9/1 ed una significativa preponderanza per una comparsa nel periodo peri-menopausale. 
La FM è una patologia ad alto impatto clinico e sociale testimoniato dalle ripercussioni in ambito lavorativo con , nella migliore della eventualità, destinazione della persona affetta ad altre mansioni e, nella peggiore, la precoce interruzione del rapporto professionale. 

EZIOPATOGENESI 
Sono state avanzate teorie infettive ( virali), genetiche, altre psicologiche ma, ad oggi , la reale causa della malattia rimane sostanzialmente sconosciuta a testimonianza di un quadro complesso e multiforme. 

TRAUMA 
Nella storia clinica ( anamnesi) dei soggetti affetti è talvolta riconoscibile un evento traumatico scatenante la sintomatologia rappresentata talvolta da accadimenti percepiti come spiacevoli. Il traume, infatti, oltre che fisico può essere rappresentato da un cambiamento radicale e non gradito ( lutto, licenziamento, trasloco, divorzio-separazione, distacco da un figlio).

TERRENO PSICOPATOLOGICO 
La FM si impianta su un terreno psicopatologico predisponente ansioso-depressivo abbinato a note disti miche, neuro labilità, disadattamento familiare ed un impegno in attività lavorative non motivanti o ripetitive, con un riconoscibile evento scatenante spesso riconducibile ad un significativo trauma psicofisico. 


QUADRO CLINICO 
La sintomatologia della FM si manifesta con sintomi fisici, psichici e sociali con quadri clinici associati. 
Domina il quadro clinico la presenza di un dolore accompagnato da rigidità; il dolore intermittente, diffuso, spontaneo è presente da almeno tre mesi associato ad una abnorme sensibilità, evocabile con la pressione bilaterale in almeno 11 dei 18 punti specifici e circoscritti definiti tender points. 

POLIMORFISMO 
Il dolore è riferito dalla persona affetta in maniera polimorfa ( urente, gravativo, penetrante, puntorio, etc) ed evidenzia una significativa modulazione metereologica ( aggravamento con clima umido) ed ambientale ( ipersensibilità ai rumori molesti) 

IPERSTESIA 
Il dolore deve essere presente da almeno tre mesi, diffuso, spontaneo, associato ad un abnorme sensibilità alla digitopressione bilaterale in almeno 11 aree circoscritte del corpo ( iperestesia ed iperalgesia dei tender points) 

IPERVIGILANZA 
Il reperto di una alterata percezione degli stimoli sensoriali e di una franca diminuzione della soglia del dolore è stato associato a complessi meccanismi psicologici ( ansia anticipatoria, ipervigilanza) e squilibri neuroendocrini. 

RIGIDITA’ 
La sensazione di rigidità è generalizzata ma talvolta localizzata solo al dorso o a livello lombare e sembra insorgere al momento del risveglio o dopo una permanenza per periodi prolungati in posizione eretta o seduta. 

DISTURBI CARDIACI 
Sono stati segnalati disturbi cardiaci in presenza di un ECG normale riferiti come dolori a livello toracico, a volte retro sternale associati a reflusso esofageo, a volte come dolore unico intorno alla gabbia toracica. 

SENSIBILITA’ 
Per quel che concerne i disturbi della sensibilità, alcuni soggetti possono riferire una sensazione di formicolio o intorpidimento, diffusi a tutto il corpo oppure limitati ad un emisoma mentre altri riferiscono anomale sensazioni di freddo o caldo intenso diffuso a tutto il corpo od agli arti. 
Non è rara una eccessiva sensibilità al freddo delle mani e dei piedi correlabile al fenomeno di Reynaund mentre a livello uditivo vengono descritti acufeni causati da spasmi dei muscoli tensivi del timpano, nausea e visione sfocata quando leggono o guidano l’automobile. 

EQUILIBRIO 
Problemi di equilibrio si possono verificare in termini di instabilità. Sbandamento, vertigini ad andamento cronico erroneamente imputate all’artrosi cervicale od a problemi dell’orecchio. 

DISTURBI GASTROINTESTINALI 
  • Colon irritabile
  • Dispepsia
  • Stipsi – diarrea
  • Meteorismo
  • Acidità gastrica 


GONFIORI
La sensazione soggettiva di tumefazione dei tessuti molli viene descritta nel 30 – 60% dei pazienti è localizzata prevalentemente alle mani ed ai piedi sia a livello extrarticolare ed alle ginocchia. 



INTRODUZIONE DELLA FM
Viene descritta come cefalea nucale, temporale, sovra orbitaria, un’emicrania ad andamento cronico. Frequentemente nella FM si denuncia dolore a livello mascellare, confusa con artrosi o una disfunzione dell’articolazione temporomandibolare. Nel 90% c’è un’anamnesi positiva per cefalea primitiva e circa il 30% mostra un quadro di cefalea concomitante. 



FATTORI AGGRAVANTI 
    • Rumore
    •  Freddo
    •  Alterazioni del ritmo circadiano
    •  Ansia
    • Umidità
    • Stress
    •  Fatica 

PSICO-SOMATICO-SOMATO PSICHICO?
I primi si manifestano con difficoltà nel concentrarsi sul lavoro o sullo studio ( anche annebbiamento della FM, detta fibro – fog.) mentre i disturbi della sensibilità affettiva intesi come manifestazioni ansiose con o senza attacchi di panico e / o depressione, in passato hanno portato a pensare la FM come un processo di somatizzazione in soggetti ansiosi o depressi. 

DEPRESSIONE MAGGIORE
La FM non è una malattia psicosomatica e gli eventuali sintomi depressivi ed ansiosi talvolta sono un effetto dei sintomi somatici ma una depressione maggiore è presente nel 68 %. 

PSICHE E DOLORE
Un’altra visione delle cose prevede che i pazienti affetti da FM che cercano il medico possano essere quelli più psicologicamente disturbati, o che le variabili psicologiche quali ansia e depressione possono alterare la percezione della severità della malattia, le capacità funzionali, la soglia e le tolleranze del dolore.

DISTURBI DEL SONNO 
Il sonno favorisce il restauro dell’organismo affaticato delle più intense attività fisiche e mentali dello stato di veglia; avviene l’elaborazione degli stimoli sensoriali provenienti dal mondo esterno. Il sonno favorisce il processo di riordino di tutte le informazioni acquisite durante la veglia. 

ALTERAZIONI DEL RITMO CIRCADIANO 
La privazione o l’alterazione del sonno a lungo andare determina nell’uomo disturbi psichici, fisici e della memoria. 
Il sonno nella FM viene spesso descritto come molto superficiale tale che un piccolo rumore è sufficiente per determinare il risveglio con talvolta periodici involontari movimenti degli arti inferiori. 

SONNO DIFFICILE 
Il 53% dei pazienti con FM ha difficoltà ad addormentarsi, il 71% si risveglia più volte durante la notte ed il 78% si risveglia non riposato mentre il 100% non ha un sonno continuativo ed il 90% soffre di sonno cronicamente insufficiente e affaticamento cronico. 

RELAZIONE TRA QUALITA’ DEL SONNO E DOLORE 
È possibile che esista una relazione tra qualità del sonno, intensità del dolore e la sua percezione ed alcuni autori hanno riscontrato che l’intensità del dolore era più alta nelle donne con cattiva qualità del sonno. Inoltre ad una notte con sonno disturbato seguivano punteggi più elevati per il dolore soggettivo a supporto decisivo che il sonno non ristorativo possa esacerbare significativamente il dolore nella FM. 

VERTIGINI 
Le vertigini sono causate da disfunzioni propriocettive dovute al continuo dolore muscolare ed alla presenza di tender points nello sternocleidomastoideo ed in altri muscoli del collo e da effetti locali dei farmaci. 


SINDROME DA FATICA CRONICA 
Dibattuto è l’abbinamento con la Sindrome da Fatica Cronica (SFC) caratterizzata da astenia mattutina, impaccio e rigidità durante i passaggi posturali. 
Un capitolo a parte è rappresentato dalle difficoltà del riposo notturno che spazia da franca insonnia a frequenti e/o precoci risvegli. 

ISTERICO / IPOCONDRIACO 
Il progetto fibromialgico è spesso pervaso dalla convinzione di aver contratto una patologia difficilmente diagnosticabile, incurabile e molto grave per cui spesso viene inquadrato come isterico ipocondriaco. 

DIAGNOSI  
La diagnosi si basa essenzialmente sull’entità e la durata del dolore (almeno tre mesi), sulle modalità di presentazione della sintomatologia dolorosa, su un numero di tender points responsivi maggiori di 11, sulla presenza di disturbi del ritmo sonno veglia, sull’abbinamento con la sindrome da fatica cronica (astenia, rigidità e rallentamento durante il risveglio mattutino) e sull’esistenza di un terreno psicopatologico predisponente. 
N.B accanto alla sindrome prevalentemente descritta viene riportato l’abbinamento ad osteoporosi, artrosi, artrite, reumatoide, disturbi del ciclo mestruale, cefalee muscolo tensive, emicranie, disturbi dell’articolazione temporo mandibolare, sindrome del colon irritabile, disturbivescicali e dell’equilibrio. 













TERAPIA 
Il trattamento della FM prevede accanto ad un presidio farmacologico strategie di intervento multidisciplinare. Un modesto sollievo è stato riportato in seguito ad assunzione di FANS, analgesici, mentre severe sintomatologie dolorose sono state talvolta controllate con anticonvulsionanti quali la Gabapentina ( Neurontin). 

FARMACI 
Il presidio farmacologico si è arricchito del contributo di antidepressivi triciclici (amitriptilina) inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina quali la fluoxetina (Prozac) e/o la sertralina (Zoloft), farmaci in grado di produrre rilassamento muscolare ed assimilati ad antidepressivi quali la ciclobenzapina 






LIMITI 
Questi farmaci, pur mantenendo come indicazione principale la sindrome depressiva, riconoscono una discreta efficacia se prescritti a bassi dosaggi e prima di coricarsi. 

VARIETA’ 
L’effetto complessivo viene costantemente dibattuto, ma emerge con chiarezza, che l’entità dei miglioramenti riscontrati evidenzia una varietà di comportamenti significativa da persona a persona, sintetizzabili con abilità di lenire il dolore, produrre rilassamento muscolare e migliorare la qualità del sonno. 



ATTIVITA’ FISICA 
È un presidio che assume via via sempre maggiore importanza nel management della FM grazie alla sua abilità di produrre rilassamento muscolare ed incrementare la capacità aerobica. 

OBIETTIVI 
  • -  Allungamento della muscolatura per contrastare la rigidità
  • -  Incremento della mobilità e della escursione articolare
  • -  Incremento della capacità aerobica e dell’ossigenazione muscolare per contrastare la fatica
  • -  Riduzione del dolore
  • -  Incremento della forza
  • -  Miglioramento della microcircolazione periferica
  • -  Miglioramento del tono dell’umore, autostima della capacità relazionale e di socializzazione 


MIGLIORAMENTO DELLA RESISTENZA
Viene ottenuto attraverso esercizi aerobici ritmici, ripetuti, abbinati ad esercizi respiratori. L’esercizio aerobico, infatti, migliora il metabolismo delle fibre di tipo I che utilizzano come substrato energetico il metabolismo ossidativo. 
È utile alternare brevi, circoscritte fasi anaerobiche alla base aerobica consistente e prevalente. L’esercizio aerobico deve essere di lieve –moderata intensità, che preveda l’impiego delle grandi masse muscolari, degli arti inferiori. 
Viene conseguito attraverso la liberazione di endorfine tipico di tutti gli esercizi aerobici. 

CADENZA 
Si raccomanda di iniziare lentamente con carichi compatibili con l’assenza di sensazioni fastidiose (5 minuti tre volte al giorno) per la durata di 15 minuti fino a raggiungere una durata complessiva di 30 – 45 minuti adottando molta cautela prima di programmare ulteriori incrementi 

TIPOLOGIE 
Per quel che concerne il tipo di esercizio maggiormente indicato, il pilates, gli esercizi di stretching ed isometrici ( nei quali si stirano i muscoli senza muovere le articolazioni) sembrano particolarmente da raccomandare. 
Vanno evitati invece il sollevamento pesi e il rowing. 

PRESCRIZIONE 
Le migliori strategie di intervento per iniziare un programma di attività fisica sono gli esercizi aerobici di impatto modesto o completamente assente sulle strutture articolari come ad esempio: camminare, andare in bicicletta, l’esercizio aerobico in acqua ed il nuoto. 


Referenze:
Prof.re Salvatore Cassarino, docente di Medicina e Chirurgia presso Università degli Studi di Roma "Tor Vergata": corso di "Medicina Fisica e Riabilitativa" CdlM S.T.A.M.P.A




Author: Dott. Eugenio Isidoro Scibetta Co-Founder & Admin Scienze Salute e Benessere


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