METODO MEZIERES: TRA STORIA, METODO E SPORT




Siamo in Francia, esattamente nella fine degli anni ’20, e una giovane di nome Francois Mezieres inizia, spinta dalla propria passione, a intraprendere gli studi di chinesiterapia, in particolare apprende le tecniche e i metodi della “ginnastica correttiva”.
Si trova nel bel mezzo di uno dei più violenti scontri mondiali, ma comunque riesce ad affermarsi, tant’è che viene chiamata ad insegnare nella stessa scuola nella quale aveva studiato.
Si cimenta attraverso i suoi studi e le sue esperienze in diverse pubblicazioni riguardanti la ginnastica correttiva e il rafforzamento muscolare, tutte accolte con scarso entusiasmo dall’intera comunità scientifica. Solo nel 1949, grazie alla presenza di alcune pagine relative ai suoi studi nella pubblicazione “Guarire con l'antiginnastica” di Thérèse Bertherat, riesce ad acquistare notorietà.

NASCITA DEL METODO

Nacque il suo metodo dall’ingresso nel suo studio di una paziente, che indirizzata da lei per il trattamento di una importante cifosi dorsale e che indossava un rudimentale corsetto, a causa di una rigidità della persona vi era impossibile procedere con alcune manipolazioni. Fece sdraiare il soggetto nel tentativo di lavorare più comodamente, di correggere e valutare l’anteposizione delle spalle, si verificò la comparizione di una importante lordosi lombare. Attuando analoghe manipolazioni intuì che il paziente presentava una rigidità muscolare tale che ogni segmento aveva perso la sua funzione, rispondendo con la formazione di lordosi o accorciamento in altri distretti.

METODO

Lo studio dettagliato dell’anatomia e il modello delle proporzioni del numero aureo (secondo la quale esempio di armonia perfetta) plasmarono i suoi concetti, rifiutando le teorie che attribuivano alle problematiche muscoloscheletriche una incapacità di resistere alla gravità delle medesime strutture.
Questa deduzione ha permesso la nascita del concetto delle “catene muscolari”, suddivise in quattro e distinte “per la loro potenza e la loro tendenza sistematica alla retrazione”. [1] La loro retrazione, secondo Mezieres, causerebbe delle deformazioni del rachide, che potrebbero a loro volta generare sintomi dolorosi.
Le quattro catene muscolari evidenziate da Mezieres sono: CATENA POSTERIORE, CATENA ANTERO-INTERIORE, CATENA BRACHIALE ANTERIORE, CATENA ANTERIORE DEL COLLO.
Alle sopracitate catene si applicherà poi una contrazione isometrica eccentrica, alla quale non deve essere osservabile alcun tentativo di compensazione.

COMPATIBILITA’ NELLO SPORT

Ogni movimento quindi, richiederà un accorciamento e un allungamento di tali “catene”, parliamo del rachide e della cintura scapolare e pelvica, figuriamoci quindi nella pratica sportiva dove la sollecitazione delle medesime è massima. In letteratura riguardo tale metodo la scienza si divide, tra chi lo accetta e chi lo rifiuta, ma sicuramente dobbiamo farci scudo di quelle che sono le leggi universali che regolano l’anatomia e la biomeccanica che governano il nostro corpo.  Un’attività sportiva eseguita correttamente, che mette al primo posto la sicurezza e l’esecuzione ottimale dei vari gesti specifici, evitando uno squilibrio dell’attivazione tra agonista e antagonista, sicuramente eviterà che strutture subiscano lesioni e che una o più di queste prevarichino sulle altre.  



REFERENZE:
-Françoise Mézières, La gymnastique statique, Paris, Vuibert, 1947
-Françoise Mézières, L'Homéopathie française, Ed. G. Doin, aprile 1972, n°4, pag.195.
-Cualquier referencia a este artículo debe incluir la mención del artículo original: Cittone JM. Méthode Mézières. Encycl. Méd. Chir.    (Elsevier, Paris-France), Kinésithérapie-Médecine physique-Réadaptation, 26-085-A-10, 1999,
- Laura Bertelè: “Attenti allo sport” – Linus, gennaio 1997
- Laura Bertelè:  “Fisici fuoriserie”  – Linus, febbraio 1997
 





L'ALLENAMENTO CALISTHENICS E L'UTILITA' DEL WB-EMS



Negli ultimi decenni del 1900, si è delineata una corrente detta “Street Workout”; esso, prendendo le basi dalla ginnastica calistenica, le applicava in un contesto all’aperto, nei parchi pubblici per esempio, fornendo una delle prime alternative gratis al fitness funzionale. Da lì, questo sport, grazie alla spinta virale su “you tube” di personaggi quali Zef Zakavelli, Hannibal for King, e Medrano, si è diffuso sempre più, in particolare in alcuni stati europei (Lituania, Serbia, Italia, Spagna e Francia), e in molte città americane, fra le quali Miami e Los Angeles. Più partecipanti e paesi coinvolgeva, più si alzava il livello delle competizioni e si distanziava dai canoni originari.
Al giorno d’oggi, con Calisthenics, si identifica un vero e proprio sport, che vanta diverse competizioni internazionali e un campionato del mondo; specie a livello europeo, l’obbiettivo non è più la mera salute fisica, ma il raggiungimento e controllo di “skills” ( mosse tipiche della disciplina) sempre più complesse, al punto da rivaleggiare con quelle dei migliori ginnasti.
A un neo atleta di questo sport quindi, oggi si offre il panorama più vasto: può semplicemente praticare calisthenics in ottica di mantenimento di salute senza scopi competitivi, oppure, puntare all’agonismo nei tre tipi di gare esistenti: può scegliere se padroneggiare le basi, (pull ups, dips, e piegamenti) , e gareggiare in apposite gare di resistenza, darsi alla forza bruta eseguendo gli stessi esercizi zavorrati, e gareggiare nelle gare di forza, o cercare una preparazione quanto più completa possibile e provare a farsi un nome nelle sfide ora più ambite (specie in Italia), gli 1 vs1.

Per concludere con un po’ di scienza, una ricerca del 2016 dell’Università degli Studi di Milano, ha potuto affermare che l’allenamento calistenico, oltre che a livello estetico-fisico, agisce anche a livello neuromuscolare su reclutamento, sincronizzazione e coordinazione intramuscolare, migliorando sensibilmente questi fattori e portando a una migliore espressione di forza nei soggetti praticanti, rispetto a quella data dalla mera ipertrofia di molti altri sport; in particolare, mettendo a confronto un atleta professionista di calisthenics, con uno medio e un neofita durante uno stesso esercizio, il professionista ha fatto registrare attivazioni muscolari minori, e quindi maggior efficacia, rispettivamente del 149,26% rispetto all’atleta medio, e del 274% rispetto a un totale neofita

Ma Quali sono gli effetti di questo metodo di allenamento sul corpo a livelli di composizione corporea, forza e sulla postura?

Calisthenics era un termine usato per definire una serie generica di esercizi per il peso corporeo. Tale termine viene ora utilizzato per definire una disciplina diffusa in tutto il mondo basata sul peso corporeo e sugli esercizi di ginnastica. 

OBIETTIVO: Lo scopo di questo studio era di amministrare un protocollo di allenamento calistenico e valutare i suoi effetti su postura, forza e composizione corporea in individui non allenati. 

METODI: Ventotto partecipanti maschi (24,2 ± 4,2 anni; 67,0 ± 8,3 Kg; 173,3 ± 5,2 cm) sono stati divisi in due gruppi, un gruppo di intervento basato su Calisthenics (SG) e un gruppo di controllo (CG). L'SG si è esercitato per 8 settimane. Ogni partecipante è stato sottoposto a un'analisi della composizione corporea, una valutazione posturale, un test dell'impugnatura, un push-up e un test pull-up. Ogni partecipante è stato testato al basale e dopo l'intervento. 

RISULTATI: SG ha migliorato la postura (con gli occhi aperti p <0,001 e con gli occhi chiusi p <0,05), la loro forza (test push-up p <0,01 con un aumento del 16,4% e test pull up p <0,0001 con un aumento del 39,2% ) e la loro composizione corporea (massa grassa 14,8 ± 5,1 vs. 11,4 ± 5,9, p <0,01). Nessuna differenza è stata mostrata per il test dell'impugnatura. Non sono state rilevate differenze significative in nessuna variabile del CG tra misure pre e post. 

CONCLUSIONI: l'allenamento di Calisthenics è una soluzione di allenamento fattibile ed efficace per migliorare la postura, la forza e la composizione corporea senza l'uso di attrezzature di allenamento importanti.

L’allenamento WB-EMS può aiutare chi si allena con il metodo Calisthenics?

“Per quanto riguarda i guadagni di forza, il significativo effetto positivo di WB-EMS in soggetti sani e non addestrati è indiscusso. Il massimo guadagno di forza isometrica e / o dinamica del presente studio è paragonabile ai dati forniti per l'applicazione WB-EMS negli studi con coorti addestrate. È interessante notare che gli studi che hanno applicato l’EMS locale hanno riportato aumenti di forza isometrici medi superiori (fino al 58%) o massimi dinamici (fino all'80%) con risultati più favorevoli in atleti allenati o d'élite rispetto a soggetti non allenati.”

CONCLUSIONI
il Calisthenics è ormai una nuova metodologia utilizzata da moltissimi sportivi, sia atleti che non, l’utilizzo della tecnologia WB-EMS può tornare utile in quanto può aiutare nell’incremento della forza, essenziale per la pratica di questo sport. Ricordiamo anche che dietro questa nuova metodologia c’è molta preparazione e allenamento, soprattutto nel raggiungimento delle così dette “Skills”. Nei neofiti quindi, è consigliato un adeguato programma di allenamento prima di cimentarsi nei vari protocolli, e aumentare forza e resistenza facendosi seguire da esperti. In tali soggetti è consigliato l’abbinamento con la metodologia WB-EMS in quanto è stato studiato aiuti nel miglioramento di tali requisiti.





Referenze:

“Variabili e adattamenti neuromuscolari dell’allenamento calistenico”, Milano 2016,
Ricerche sulla storia della ginnastica calistenica su comuni motori di ricerca.

Affiliations: [a] Sport and Exercise Sciences Research Unit, University of Palermo, Palermo, Italy | [b] Department of Biomedical Sciences, University of Padova,Padova, Italy | [c] Postura Lab Research Institute, Palermo, ItalyIsokinetics and Exercise Science, vol. 25, no. 3, pp. 215-222, 2017

The authors acknowledge support of the “Benevital” Fitness Club, Herzogenaurach, Germany, and the Health Sport Club “Verein Netzwerk Knochengesundheit e.V.,” Erlangen, Germany.




Author : Riccardo Di Paola Writing Articles & Social Media Marketing Scienze Salute Benessere

LE LESIONI MUSCOLARI




STIRAMENTO, CONTUSIONE O CRAMPO? | Polimedica Fisio&Sport


Nella vita di tutti i giorni per svolgere qualsiasi attività ricorriamo all’uso dei nostri muscoli: per alzarci dalla sedia, per andare a lavoro, per lavarci il viso, sottoponendo i medesimi a diversi gradi di stress. Proiettandoci nel mondo dello sport, che sia esso svolto in modo amatoriale o professionistico, le nostre strutture devono resistere e rispondere a ben oltre i livelli di stress richiesti durante la quotidianità. L’eccellente lavoro dei nostri muscoli avviene grazie al coordinamento della struttura biomeccanica, dell’attività metabolica e del sistema neuromuscolare, ma per causa di un incidente o per un cattivo condizionamento di questi fattori, si può incorrere in lesioni muscolari, che compromettono la performance e l’allenamento.

Una prima ed importante distinzione tra le lesioni è quella che le divide in: Lesioni muscolari senza coinvolgimento di danni anatomici (causa intrinseca), Lesioni muscolari con coinvolgimento di danni anatomici (causa estrinseca).

Lesioni muscolari senza coinvolgimento di danni anatomici

Facenti parte di questo gruppo sono: crampo, doms e contrattura.
Sono le lesioni più comuni che possono colpire gli sportivi o anche nella vita di tutti i giorni, vediamole ora, nel dettaglio.

Crampo: Il crampo è una contrazione dolorosa e involontaria, la sua durata può variare ma ha sempre una risoluzione spontanea.
Si possono avere crampi che compaiono a riposo o crampi che compaiono durante l’attività sportiva.

Doms: I doms, dall’inglese “delayed onset muscle soreness”, caratterizzati da sintomi dolorosi che interessano molteplici gruppi muscolari, compaiono dopo 24-72 ore da uno sforzo intenso e prolungato, molto spesso si risolvono a distanza di una settimana. Molto spesso erroneamente, nel linguaggio comune tipico dei non addetti ai lavori, tali sintomi vengono attribuiti “all’acido lattico”. Il trattamento di tale disturbo, verte su tecniche favorenti il rilassamento del muscolo e l’eliminazione dei cataboliti, come massaggi di tipo circolatorio.
Contrattura: E’una contrazione involontaria che permane, caratterizzata da dolore acuto e ben localizzato. Si possono distinguere contratture da overuse e contratture da difesa da alterata funzione dei distretti procurata dalla pratica svolta. Il trattamento è simile a quello citato per i “doms”, con applicazione di calore e con tecniche di contrazione e rilasciamento.
Di questa categoria, ossia delle lesioni a causa intrinseca, fanno parte anche alcune che causano danni alle strutture anatomiche, parliamo dello stiramento muscolare fino ad arrivare alla disinserzione muscolare.

Stiramento: Lo stiramento rappresenta il primo stadio, comportando danni a livello delle miofibrille. Tale lesione avviane da sforzi repentini e bruschi quando il muscolo è in condizione di allungamento. Il trattamento immediato consiste nell’ applicazione di ghiaccio e messa a riposo del soggetto. La ripresa dell’attività sportiva varia dall’entità dello stiramento, variando dai 10 ai 15 giorni di stop.

Lacerazione: Il danno da lacerazione non coinvolge più soltanto le singole miofibrille, ma comprende fibre o fasci del muscolo in questione. Tale lacerazione comporta una soluzione di continuità del muscolo con versamento e successivo fenomeno di coagulazione. Può verificarsi anch’essa per via di uno sforzo repentino o vigoroso non controllato, ad esempio un “calcio a vuoto”.  Tale lesione viene trattata con applicazione di ghiaccio associata all’elevazione dell’arto accusato e con un riposo per circa 30giorni.

Rottura e Disinserzione: In tali casi il danno corrisponde ad una rottura e lacerazione di più fasci muscolari con impotenza funzionale totale. Nel caso più grave, quindi la disinserzione muscolare, viene coinvolto anche il tendine. Il trattamento nei seguenti casi, richiede l’intervento di personale altamente specializzato. Il soggetto dovrà essere trasferito in centro di urgenza, dove verrà drenata la lesione ed eseguito un successivo intervento chirurgico. Il muscolo in questione verrà stimolato dopo 40 giorni circa dall’intervento e la ripresa sportiva non prima dei tre mesi.


Lesioni muscolari con coinvolgimento di danni anatomici
Di questa categoria fanno parte: contusioni, lacerazioni, ernie muscolari ed ematomi, dovuti a danni traumatici per contatto diretto con il muscolo; ad esempio contrasti di gioco, cadute o impatto con oggetti contundenti.


Contusioni muscolari: Tali lesioni sono procurate da un impatto violento e diretto sul muscolo, procurando uno schiacciamento di qualche fibra.  Si manifestano tramite dolore transitorio e impotenza funzionale. Si tratta con una immediata sospensione dello sforzo, valutazione clinica con test isometrici e applicazione di un bendaggio con annesso ghiaccio.
Per prevenire tali conseguenze è importante rispettare le misure di protezione e prevenzione dello sport praticato.

Lacerazioni: Anche esse sono dovute da un trauma per impatto diretto, ma questa volta contro oggetti contundenti o abrasivi, che provocando un’avulsione cutanea può giungere sino allo sfilacciamento delle fibre muscolari. 


Ernie muscolari: Dovuto per un trauma diretto con un oggetto o in uno scontro, oppure per una contrazione del muscolo stretto nella sua loggia, le ernie muscolari si traducono con una rottura della fascia di rivestimento, portando all’inserimento delle miofibrille ai margini della lesione fasciale. Nei casi più gravi necessità di una terapia chirurgica con sutura, in caso non dovesse essere dolorosa o limitante è opportuno osservare un fisiologico riposo.

Ematomi: L’ematoma deriva da una lesione capillare per contusione oppure da uno strappamento per lacerazione, comporta un raccolto ematica all’interno del muscolo, accompagnato da una lesione anatomica. Il trattamento è in funzione del versamento ematico, ematomi ampi e diffusi (INTER-MUSCOLARI) i possono essere trattati con ghiaccio, sollevamento dell’arto e pomate antiflogistiche. Ematomi voluminosi (SUPERFICIALI, PROFONDI, INTRA-MUSCOLARI) devono essere evacuati prima che abbiano il tempo di riorganizzarsi.
Qualora non venisse trattato adeguatamente, possono verificarsi quattro tipologie di complicanze:
ematoma compressivo, ematoma cistico, ematoma infetto e ossificazione muscolare.


L’obiettivo di questo articolo compilativo, è di raccogliere informazioni utili in merito alle lesioni muscolari, per fare chiarezza e aumentare le proprie conoscenze di base, acquisendo consapevolezza grazie alla quale si può intervenire prontamente e in maniera precisa.

Referenze:
I dati sono stati rilevati, oltre che dalle conoscenze personali, dal manuale “Traumatologia Dello Sport” Danowsky-Chanussot.


IL CALCIO: QUALI SONO I DIVERSI METABOLISMI

Veloci come il vento: ecco i calciatori rubati all'atletica ...

Il calcio è uno degli sport più praticati in Europa e soprattutto in Italia. 
Coinvolge tutte le fasce d’età, mettendo in comunicazione diversi settori su molti livelli: amatoriale, dilettantistico e professionistico.
La sua pratica così conosciuta ha permesso all’interno del suo ambiente l’ingresso delle scienze applicate allo sport, questo ha portato ad un aumento delle conoscenze tradotto poi in un miglioramento della perfomance. Si è discusso da sempre fra gli addetti ai lavori quali fossero i substrati energetici utilizzati e quali fossero le loro correlazioni, la scienza ha permesso di fare chiarezza fra questi dubbi creando delle precise indicazioni fisiologiche riguardo l’utilizzo dei medesimi substrati.

FISIOLOGIA
Per valutare funzionalmente un calciatore è importante considerare la modalità di utilizzazione energetica richiesta nel gioco del calcio.
Storicamente è solo dopo gli anni ‘70, grazie all’introduzione nella ricerca sportiva di tecnologie informatiche che si è potuto avere dati statistici più attendibili riferiti alla quantità e qualità di lavoro svolto durante la gara.
Riportiamo la percorrenza “media” di un calciatore durante una gara secondo alcuni Autori: m. 10.110 1 ; m. 11.195 2 ; m.9.790 3; m.10.000 4.
Il calcio è caratterizzato da movimenti di tipo “intermittente”, cioè compiuti a varie velocità intercalate da pause più o meno prolungate e abbinate a tutta una serie di atti motori specifici.
In fisiologia applicata allo sport è classificato come un’ attività con caratteristiche aerobiche-anaerobiche “alternate”, per via continua alternanza degli impegni metabolici (aerobici,anaerobici alattacidi e lattacidi) nei 90 minuti.

METABOLISMO AEROBICO
I dati riportati indicano che il WO2 max. nei calciatori, oltre certi valori, riveste importanza, ma non rappresenta un fattore limitante la prestazione. Nei primi studi, ad esempio quelli effettuati dal prof. C. Bosco, confermano valori di un WO2max. attestano sull’impiego dal massimo consumo di ossigeno (il WO2 max.) compreso tra 70-80% 5. “E’ quindi confermato che esplosività e velocità alternandosi con frequenza in partita, richiedano una resistenza cosiddetta “breve” piuttosto che specifiche doti di “endurance”

METABOLISMO ANAEROBICO
Abbiamo una richiesta di metabolismo alattacido, mediante utilizzo di composti fosforici ad alta energia nelle espressioni “esplosive”, e una richiesta di metabolismo lattacido mediante l’impiego di glicogeno muscolare nell’esercizio massimale prolungato.


UTILIZZO LATTACIDO

Su 60 minuti di gioco distanza corsa pari a 10 Km, di cui 7 Km di corsa e 3 Km di marcia, dimostrano che il 14% 6 di questi sono effettuati ad altissima intensità con un progressivo accumulo lattato, il quale nel sangue è normalmente usata come indicatore della produzione di energia di origine lattacida.

UTILIZZO ALATTACIDO

Rappresenta una delle caratteristiche fondamentali del calciatore ed è una qualità di primaria importanza in quanto permette, in forma ottimale, l’esecuzione di gesti altamente specifici quali:
• scatti con altissime capacità accelerative
• decelerazioni e arresti anche bruschi
• cambi di direzione sia in fase accelerativa sia in quella lanciata
• salti per il colpo di testa o intercettazione della palla
• calci da fermo o nelle diverse fasi di corsa
• controllo della palla in movimento.



Bibliografia

1 Whitehead, 1975
2 Withers et al., 1982
3 Winkler, 1983
4 Ekblom, 1986
5 Ekblom, 1986
6 Doufour, 1990

🇬🇧HIIT APPLIED TO SWIMMING 🇮🇹 ALLENAMENTO HIIT NEL NUOTO



🇬🇧Swimming has been known since pre-historic times. Drawings dating back to the Stone Age were found in the "swimmers' cave" in south-western Egypt. Written reports date back to the second millennium BC, and include the Iliad, the Odyssey, the Bible, Beowulf, and other sagas. Competitive swimming in Europe began around 1800, mainly with the backstroke. The front crawl was introduced in 1873 by John Arthur Trudgen. Swimming was already on the program of the first modern Olympics, those of Athens 1896. In Italy, the first certification of swim activities dates back to 1889, after the first attempts made by the gymnastics clubs, which also had sections for other sports such as running, target archery, fencing. In this year Romano Guerra founded the “Associazione Romana di Nuoto”, the first one to exclusively deal with swimming. In 1908, the Fédération Internationale de Natation Amateur (FINA) was founded. The first Italian to go below the 1’ barrier in the 100-meter freestyle was Carlo Pedersoli, better known as Bud Spencer, in the now distant 1950, in a 25 m swimming pool in Salsomaggiore (Emilia-Romagna).
The term Hiit is the acronym for High Intensity Interval Training which in Italian is translated as “Allenamento intervallato ad alta intensità”. Specifically, it is a type of cardiovascular training, which can be practiced in the context of different sports (swimming, cycling, running, etc.). It consists in performing the exercises related to the discipline in question, alternating periods of very intense, but short-term physical activity with periods of moderate training, thus allowing recovery.
Several scientific tests have shown that this type of training turns out to be much more effective than just moderate activity. In fact, there are significant statistical data, aimed at confirming this claim, which highlight how it takes less time with Hiit to achieve the prearranged results.
Among these, it is possible to observe in the pages of the magazine "Obesity Reviews" (in particular in the issue relating to the month of June of the year 2016) a text in which the results of 9 studies are reported, relating to the sporting activities of 274 children between 6 and 17 years.
Regarding them, after the inclusion of HIIT training in their activity program, the following data were recorded:
  • Decreased fat mass;
  • Increased cardiac efficiency;
  • 1.92 ml / kg / min of extra oxygen intake;
  • 3.6 mm Hg less systolic pressure;
  • 4/12 weeks necessary to obtain results, a much shorter period than that used to obtain the same results through an exclusively moderate activity.


The importance of HIIT training in Swimming.
In swimming, as in every other sport, establishing a proper training program is not very easy. At this stage, consulting statistical and scientific data obtained from experience can be very useful. The first step to follow will be to assess the level of training and adapt the program to your personal physical condition. HIIT does not only apply to strength sports, but it is also very suitable for endurance sports, a category that includes swimming.
HIIT in swimming is ideal for those who are professionals and beginners; however, it’s very important to be able to adapt a protocol according to the person’s swimming ability, age and level of physical preparation. 
In fact, as previously mentioned, this program is perfect to help people in weight loss and more: in an endurance sport as swimming is, athletes with a higher experience can practice it to improve their personal performance in a shorter time than during a normal endurance training. 
The aim is to alternate short, very intensive efforts followed by periods of low intensity recovery (generally of active type).

HIIT training program for swimming
One of the best strategies to achieve more effective results through HIIT in swimming is to alternate the different styles during the training. Moreover, it’s particularly important to take into account the number of seconds during the whole activity, in order to be able to maintain the right pace and in line with your own goals. The best way is to start the exercise with a style of your choice; after finishing the first tub continue with another style and then change with a third one at the beginning of the next tub.  For example, you could start with freestyle, continue with the frog and finish with the backstroke. Once you have finished the three tubs, have 60 seconds of rest and then repeat the sequence up to a total training duration of about 20 minutes. However, it’s better to start with the real HIIT sequence after a session of warm-up of about 5/10 minutes. After this time, switching from high to moderate intensity will depend from your own personal level.
If you are a beginner, it’s recommended to make an intense effort of about 15 seconds, then proceed with a moderate effort for 45 seconds. Repeat the sequence until the end of the training. 
On the other hand, if you are a professional, you will be able to make the intense effort for longer periods of time. The advice is to count to 45 seconds and then proceed with a moderate effort for 90 seconds. This way until the end of the training.

Effects on your body
The aim of this kind of training is to push the heart to a more powerful effort during the intense activity, which will have as a consequence the thickening of its walls, to have later a period of gradual relaxation during the recovery phase (moderate activity or rest) in which  the walls will progressively decrease. This cardiac workout makes the heart much healthier and more efficient in daily activities, as can be seen from the results obtained after an analysis carried out in 2006: after practicing HIIT training for 8 weeks, the men and women involved have acquired a greater resistance to physical activity, maintaining a constant pace in the exercise practiced for a period equal to twice as long as they had previously done.
The HIIT training represents an excellent way to lose weight thanks to the fact that, by pushing cellular respiration to maximum levels, it guarantees a greater amount of fat and calories burned. All this without affecting muscle mass, which will maintain its consistency and tone. Hence, HIIT is strongly recommended for those who still have important difficulties in losing weight through basic physical activity. As a result, HIIT training promotes metabolic activity by stimulating the production of HGH, the Human Growth Hormone, which not only ensures greater efficiency in the burning of calories, but also allows the body to slow down the aging process, making the body more youthful.

References:
  • Una Bracciata e via, verso Roma ‘09 (euro sport)
  • Allenamenti HIIT per il nuoto (nuotoitalia)





🇮🇹Il nuoto è conosciuto sin dai tempi preistorici. Disegni risalenti all'Età della Pietra sono stati trovati nella "caverna dei nuotatori"nell'Egitto sud-occidentale. Le notizie scritte risalgono fino al II millennio a.C., e comprendono l'Iliade, l'Odissea, la Bibbia, Beowulf, e altre saghe. Il nuoto competitivo in Europa iniziò attorno al 1800, principalmente con il dorso. Il crawl, venne introdotto nel 1873 da John Arthur Trudgen. Il nuoto era già nel programma delle prime olimpiadi moderne, quelle di Atene 1896. In Italia, la prima certificazione di un'attività di nuoto risale al 1889 quando, dopo gli iniziali tentativi delle società di ginnastica che avevano anche sezioni di altri sport come podismo, tiro, scherma, Romano Guerra fonda l'Associazione Romana di Nuoto: la prima esclusivamente natatoria. Nel 1908, venne fondata la Fédération Internationale de Natation Amateur (FINA). Il primo italiano a scendere sotto la barriera di 1' nei 100m stile libero fu Carlo Pedersoli, meglio noto come Bud Spencer, nell’ormai lontano 1950, a Salsomaggiore in vasca da 25 m.

Il termine Hiit è l’acronimo di High Intensity Interval Training che in italiano viene tradotto come Allenamento intervallato ad alta intensità. Nello specifico si tratta di una tipologia di allenamento cardiovascolare, il quale può essere messo in pratica nell’ambito di diversi sport (nuoto, ciclismo, corsa, ecc.). Esso consiste nell’effettuare gli esercizi relativi alla disciplina in questione, alternando periodi di attività fisica molto intensa, ma di breve durata, a periodi di training moderato, permettendo così il recupero.
Numerose analisi scientifiche hanno dimostrato che questo tipo di allenamento risulta essere molto più efficace della sola attività moderata. Esistono infatti rilevanti dati statistici, volti a confermare tale affermazione, in cui si evidenzia come con l’Hiit occorra minor tempo per conseguire i risultati prestabiliti.
Tra questi è possibile osservare nelle pagine della rivista “Obesity Reviews” (in particolare nel numero relativo al mese di giugno dell’anno 2016), un testo in cui vengono riportati i risultati di 9 studi relativi agli esercizi sportivi di 274 ragazzi tra i 6 e i 17 anni:
riguardo ad essi, in seguito all’inserimento dell’allenamento Hiit nel loro programma di attività, sono stati registrati i seguenti dati:
  • Diminuzione della massa grassa;
  • Aumento dell’efficienza cardiaca;
  • 1.92 ml/kg/min di assunzione d’ossigeno in più;
  • 3,6 mm Hg di pressione sistolica in meno;
  • 4/12 settimane necessarie per ottenere risultati, periodo di molto inferiore rispetto a quello impiegato per ottenere uguali risultati attraverso un’attività esclusivamente moderata.

L’importanza dell’allenamento HIIT nel Nuoto
Nel nuoto, come in tutti gli sport, stabilire un corretto programma di allenamento non risulta affatto semplice. In questa fase, consultare i dati statistici e scientifici ottenuti con l’esperienza può essere molto utile. Il primo passo da compiere sarà quello di valutare il livello di allenamento e adattare il programma alle personali condizioni fisiche. L’Hiit non si applica soltanto agli sport di forza, ma è anche molto adatto a quelli di resistenza, categoria in cui rientra il nuoto. 
L’HIIT nel nuoto è ideale sia per chi è allenato che per chi non lo è; molto importante saper però adattare un protocollo in base alla capacità natatoria dell’individuo, all’età ed al proprio livello di preparazione fisica.
Come già accennato infatti, tale programma è ottimo per aiutare nel dimagrimento, ma non solo: in uno sport di resistenza come il nuoto, gli atleti con maggior esperienza possono praticarlo per migliorare le prestazioni personali, tutto ciò in un tempo minore rispetto a quello speso durante un normale allenamento di resistenza.
Lo scopo è quello di alternare brevi sforzi molto intensi seguiti da periodi di recupero poco intensi (generalmente di tipo attivo).

Programma allenamento HIIT per il nuoto
Una delle migliori strategie per ottenere risultati più efficaci mediante l’Hiit nel nuoto è quello di variare i diversi stili durante le vasche. Risulta inoltre particolarmente importante tenere il conto dei secondi durante lo svolgimento dell’intera attività, questo per riuscire a mantenere il ritmo più giusto e consono ai propri obbiettivi. L’ideale è cominciare l’esercizio con uno stile a scelta; dopo aver terminato la prima vasca continuare con un altro stile e poi variare con il terzo all’inizio della vasca successiva. Ad esempio potresti cominciare con lo stile libero, continuare con la rana e terminare a dorso. Una volta concluse le tre vasche, avere 60 secondi di riposo e poi ripetere la sequenza fino ad una durata totale dell’allenamento di circa 20 minuti. È però molto importante che la vera e propria sequenza Hiit cominci dopo una sessione di riscaldamento di circa 5/10 minuti. Trascorso questo tempo, l’alternanza dell’intensità da alta a moderata dipenderà dal tuo livello personale.
Se sei un principiante è consigliabile praticare uno sforzo intenso della durata di circa 15 secondi, procedendo poi con uno sforzo moderato per 45 secondi. Ripetere in questo modo, fino al termine dell’allenamento.
Se sei, invece, un atleta esperto sarai in grado di praticare lo sforzo intenso per un periodo di tempo più lungo. Il consiglio è quello di contare 45 secondi per poi procedere con lo sforzo moderato per 90 secondi. Così fino alla fine dell’allenamento.

Effetti sul corpo
La caratteristica principale di un allenamento di questo tipo è quella di portare il cuore ad un lavoro di maggior potenza durante l’attività intensa, che avrà come conseguenza l’inspessimento delle sue pareti, per poi avere un periodo di graduale rilassamento durante la fase di ripresa (attività moderata o riposo) in cui le pareti decresceranno progressivamente. Quest’attività cardiaca rende il cuore molto più sano e performante nelle attività giornaliere, come si può osservare dai risultati ottenuti in seguito ad un’analisi effettuata nell’anno 2006:dopo aver praticato l’allenamento Hiit per 8 settimane, gli uomini e le donne coinvolti hanno acquistato una maggiore resistenza all’attività fisica, mantenendo un ritmo costante nell’esercizio praticato per un periodo pari al doppio di quello che impiegavano in precedenza.
L’allenamento Hiit costituisce un ottimo metodo per perdere peso grazie al fatto che, spingendo ai livelli massimi la respirazione cellulare, garantisce una maggior quantità di grassi e calorie bruciate. Tutto ciò avviene senza inficiare sulla massa muscolare, la quale manterrà la sua consistenza e la sua tonicità. L’Hiit è quindi fortemente consigliata per chi, attraverso un’attività fisica di base, presenta comunque importanti difficoltà a perdere peso. Come contributo nel raggiungimento di tale obbiettivo, la pratica dell’allenamento Hiit favorisce l’attività metabolica provocando così la stimolazione nella produzione dell’HGH, l’ormone della crescita, il quale non solo garantisce una maggior efficienza nella combustione delle calorie, ma permette al corpo di rallentare il processo d’invecchiamento, rendendo il fisico più giovanile.


Referenze:
  • Una Bracciata e via, verso Roma ‘09 (euro sport)
  • Allenamenti HIIT per il nuoto (Nuotoitalia)



Author : Riccardo Di Paola Writing Articles & Social Media Marketing Scienze Salute
Benessere

MORBO DI CROHN ED ATTIVITA' FISICA ADATTATA


Il morbo di Crohn, nota anche come enterite regionale, è una malattia infiammatoria cronica dell'intestino (MICI) che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, dalla bocca all'ano, provocando una vasta gamma di sintomi. Essa causa principalmente dolori addominali, diarrea (che può anche essere ematica se l'infiammazione è importante), vomito o perdita di peso, ma può anche causare complicazioni in altri organi e apparati, come eruzioni cutanee, artriti, infiammazione degli occhi, stanchezza e mancanza di concentrazione.La malattia di Crohn è considerata una malattia autoimmune, in cui il sistema immunitario aggredisce il tratto gastrointestinale provocando l'infiammazione, anche se viene classificata come un tipo particolare di patologia infiammatoria intestinale. Ci sono prove di una predisposizione genetica per la malattia e questo porta a considerare gli individui con fratelli ammalati tra gli individui ad alto rischio. La malattia di Crohn tende a presentarsi inizialmente negli adolescenti e nei ventenni, con un altro picco di incidenza tra i cinquanta e i settant'anni, anche se la malattia può manifestarsi a qualsiasi età.Non esiste ancora una terapia farmacologica risolutiva o una terapia chirurgica eradicante la malattia di Crohn. Le possibilità di trattamento sono limitate al controllo dei sintomi, al mantenimento della remissione e alla prevenzione delle ricadute.
La malattia prende il nome dal gastroenterologo statunitense Burrill Bernard Crohn che, insieme a due colleghi nel 1932, ha descritto per primo una serie di pazienti con infiammazione dell'ileo terminale, solitamente la zona più colpita dalla malattia. Per questo motivo, la malattia è stata anche chiamata ileite regionale o enterite regionale.

Cause e fattori di rischio

Sebbene siano trascorsi molti decenni dall’articolo di Burrill B. Crohn, ancora oggi non si hanno certezze rispetto alle cause della malattia. Si tende però a pensare che sia una patologia multifattoriale, la cui comparsa sarebbe cioè l’esito di una serie di fattori concomitanti (autoimmuni, genetici, infettivi, ambientali, ecc.). In ogni caso, si sta osservando da tempo un progressivo incremento dell’incidenza di questa patologia. Tale tendenza è stata evidenziata già nel 1973 in un articolo apparso sul New England Journal of Medicine in cui si dimostrava che la Malattia di Crohn era cresciuta di 20 volte tra il 1940 e il 1970.
Dal punto di vista epidemiologico, i fattori di rischio sono:
  • - Giovane età: la malattia può fare la sua comparsa a qualsiasi età – si rilevano casi di prime diagnosi sia in bambini e adolescenti sia in anziani (dopo i 65 anni) – la malattia insorge prevalentemente tra i 18 e i 30 anni.
  • - Razza bianca: le persone di razza bianca hanno una probabilità di sviluppare la malattia con una frequenza 4 volte superiore a quella di altre etnie.
  • - Familiarità: La MdC non è una malattia ereditaria. Tuttavia, come altre malattie autoimmuni, mostra una tendenza alla familiarità. Ad esempio si rileva una maggiore incidenza (20%) di MdC in chi ha un parente di primo grado che ne è affetto, così come nello stesso ambito familiare si puo’ riscontrare la presenza di diverse malattie autoimmuni (MdC, artrite, tiroidite ecc.)
  • - Fumo: è stato dimostrato che la Malattia di Crohn colpisce maggiormente i fumatori rispetto ai non fumatori; il fumo aggrava inoltre la patologia e aumenta il rischio di doversi sottoporre ad intervento chirurgico.
  • - Ambiente: la Malattia di Crohn è diffusa principalmente nei Paesi industrializzati e occidentali.

Sintomi

I sintomi della Malattia di Crohn variano in funzione della localizzazione e della severità dell’infiammazione. In genere, si possono suddividere in due grandi categorie:

SINTOMI GASTROINTESTINALI
Nausea, vomito.
Diarrea cronica e occasionale con possibile presenza di sangue nelle feci (l’infiammazione causa una grande perdita di liquidi dalle mucose intestinali che, non potendo essere riassorbiti causano diarrea costringendo la persona alla continua e urgente ricerca di una toilette)
Dolori/crampi addominali (il dolore è causato sia dall’infiammazione in sé che dal conseguente rigonfiamento delle pareti intestinali).
Meteorismo/flatulenza (sviluppo di gas a livello addominale).
Afte e Fistole (a seconda delle sedi interessate, l’infiammazione cronica può causare ulcerazione delle pareti del tratto gastrointestinale con la formazione di afte a livello del cavo orale, ulcerazioni a livello intestinale. Quando l’ulcerazione interessa l’ultimo tratto dell’intestino, e’ possibile la formazione di fistole dolorose nella zona anale).



SINTOMI EXTRAINTESTINALI

- Stanchezza e affaticamento generalizzato associati a febbre persistente (sintomi scaturiti dal          processo infiammatorio e/o da eventuali ascessi/complicazioni infettive).

- Riduzione dell’appetito e perdita di peso (il dolore e le possibili difficoltà a digerire e         assimilare il cibo possono infatti determinare un dimagrimento).

- Ritardo nella crescita (nei bambini con MdC può verificarsi un ritardo nell’accrescimento e/o nello sviluppo sessuale a causa della malnutrizione e/o malassorbimento indotti dalla patologia).

- Sintomi a carico dell’apparato circolatorio (aritmie, ipotensione, anemia).

- Sintomi a carico dell’apparato respiratorio (tosse, naso gocciolante, difficoltà respiratoria).

- Sintomi a carico dell’apparato neurologico (capogiri, vertigini, cefalee, svenimenti).

- Sintomi a carico del cavo orofaringeo (gonfiore delle labbra, secchezza della bocca, voce rauca).

- Proprio il carattere non specifico dei sintomi, facilmente riconducibili a condizioni cliniche diverse, può causare un ritardo nella diagnosi della Malattia di Crohn.

Complicanze

La Malattia di Crohn, se non adeguatamente trattata, può presentare una serie di complicanze, tra cui le principali sono:


Occlusione intestinale: è la complicanza più frequente in cui l’infiammazione cronica a carico delle mucose causa restringimenti del cavo intestinale (stenosi) con ostruzione parziale o totale del transito intestinale. In questi casi, si interviene con terapia medica ma, più frequentemente, con trattamento chirurgico.


Ascesso perianale: le fistole perianali possono infettarsi e causare dolore e febbre rendendo necessaria una terapia antibiotica e spesso anche chirurgica.


Perforazione intestinale: in fasi particolarmente acute e gravi della malattia, il processo infiammatorio produce ulcerazioni che, se di dimensioni importanti, possono portare alla perforazione della parete dell’intestino.


Altre complicanze extraintestinali: spondilite/sacroielite, artrite, malattie del fegato e delle vie biliari, infiammazioni a carico di altri organi e tessuti (occhi e pelle).


Attività fisica e correlazioni positive sulle risposte infiammatorie






Per capire come l'attività fisica adattata possa indurre degli effetti positivi è necessario prendere in esame il seguente studio tradotto in basso (https://www.hindawi.com/journals/bmri/2014/429031/): 
risultati indicano l'importante ruolo dell'esercizio nel trattamento aggiuntivo dell'infiammazione cronica intestinale nell'uomo. Poiché essa colpisce fino allo 0,25% della popolazione americana o circa 750.000 persone; pertanto è considerato un problema significativo. E' stato osservato che un corretto dosaggio dell'esercizio sia stato in grado di alleviare i sintomi della colite, ridurre l'infiammazione del colon e contrastare gli effetti avversi associati alla terapia farmacologica (ad es. Acido 5-aminosalicilico). Il tutto sembra essere di fondamentale interesse nel convincere i professionisti sanitari nell'adottare una prescrizione di terapia con attività fisica adattata aggiuntiva nel trattamento del Crohn.
L'effetto protettivo dell'esercizio può essere in qualche modo attribuito al suo effetto antinfiammatorio e può mediare attraverso i peptidi di origine muscolare, le cosiddetti "miochine"La contrazione dei muscoli scheletrici rilascia miochine come IL-15 con effetti endocrini, mediando gli effetti antinfiammatori diretti e / o effetti specifici sul grasso viscerale
È stato oltremodo osservato il possibile ruolo di una nuova irisina che viene rilasciata durante l'esercizio e agisce direttamente sui globuli bianchi.
Il grasso intestinale nei pazienti con malattia di Crohn si riferisce all'ipertrofia del tessuto adiposo mesenterico situato intorno alle parti infiammate dell'intestino. Recenti ricerche suggeriscono che questo accumulo di grasso contribuisce attivamente alla gravità della malattia e può influenzare l'insorgenza di complicanzeL'evidenza accumulata suggerisce che il tessuto adiposo bianco mesenterico (mWAT), composto non solo di grasso ma anche di macrofagi e linfociti T, svolge un ruolo importante come fonte di infiammazione e rilascia vari fattori infiammatori come citochine e chemochine
Questo grasso mesenterico presente dall'inizio della malattia è associato alla sovra espressione del TNF- α, leptina e altre adipochine e si correla con la gravità dell'infiammazione intestinale e delle lesioni tissutali, suggerendo un ruolo importante per il tessuto adiposo nel processo infiammatorio intestinale nel Crohn
Nel lume intestinale è possibile osservare aumenti di leptina, una citochina prodotta da adipocitiLa stessa è considerata una citochina proinfiammatoria e regola direttamente la produzione di diverse citochine, in particolare quelle rilasciate dalle cellule T. Aumenta IL-2 e l'interferone γproduzione riducendo i livelli di IL-4Nei pazienti con CD ( Crohn Disease ) è stata segnalata una sovraespressione di mRNA di leptina in mWAT, indicando che la leptina potrebbe partecipare al processo infiammatorio migliorando l' espressione del TNF- α mesenterico. In più i livelli di leptina hanno mostrato di essere significativamente più alti nel tessuto adiposo mesenterico nei pazienti con CD, rispetto ai pazienti con malattia non infiammatoria (colon irritabile)
La colite sperimentale indotta nei ratti, ha provocato elevati livelli circolanti di leptina correlati al grado di infiammazione e allo sviluppo di anoressia
Un'altra adipochina ovvero l'adiponectina, considerata una molecola antinfiammatoria, ha una struttura simile al TNF- α ma antagonizza i suoi effetti riducendo la secrezione e attenuando le azioni biologiche in competizione per il recettoreSono stati presentati dati divergenti sui livelli circolanti di adiponectina nei pazienti con CD
La produzione di adiponectina è migliorata nella mWAT ipertrofica che è rimasta a contatto con l'intestino dei pazienti con CD, e questo aumento può essere specificamente correlato all'infiammazione e alla presenza di questo accumolo di grassoTuttavia, recenti osservazioni di livelli più bassi di siero e adiponectina mesenterica nei pazienti con CD attivi rispetto a quelli in remissione suggeriscono una regolazione difettosa delle vie anti-infiammatorie nella patogenesi del CDIl compromesso equilibrio tra fattori proinfiammatori e antinfiammatori è causa di un aumento della secrezione di TNF- α, leptina e il rilascio di chemoattractant protein-1 (MCP-1). Oltremodo la ridotta produzione delle adiponectine potrebbe causare accumulo di macrofagi negli adipociti e una trasformazione infiammatoria del tessuto adiposo viscerale, portando alla comparsa di grasso intestinale
Adipocitochine e mediatori dei macrofagi secreti dal grasso intestinale potrebbero aumentare ulteriormente il processo infiammatorio, portando ad ulcerazioni della mucosa lungo il bordo mesenterico, una caratteristica tipica del CDLa massiccia produzione di citochine nel colon infiammato, oltre ai batteri traslocalizzanti, potrebbe ulteriormente indurre la produzione di mediatori proinfiammatori nel tessuto adiposo adiacente, inducendo così un circolo vizioso, in cui le condizioni infiammatorie nell'intestino e il grasso mesenterico si sostengono a vicendaLa sovrapproduzione di citochine e in particolare la leptina da parte del grasso mesenterico potrebbe portare all'anoressia, un'altra caratteristica presente nel CD.
L'esercizio fisico potrebbe migliorare il metabolismo dei nutrienti nel muscolo scheletrico, nonché la funzione vascolare e la microcircolazione. Le prove accumulate finora suggeriscono che l'effetto protettivo dell'esercizio può essere in qualche modo attribuito al suo effetto antinfiammatorio. L'esercizio fisico può esercitare il suo effetto antinfiammatorio attraverso una riduzione della massa grassa viscerale e / o mediante induzione di un ambiente antinfiammatorio.
Tali effetti possono in parte essere mediati da peptidi di origine muscolareSe le funzioni endocrine e paracrine del muscolo non vengono stimolate attraverso le contrazioni, ciò causerà disfunzione di numerosi organi e tessuti del corpo e un aumento del rischio di malattie infiammatorie cronicheCome accennato in precedenza, le miochine possono bilanciare e contrastare gli effetti delle adipochine che prendono parte al crosstalk tra muscolo scheletrico e tessuto adiposoLe miochine secrete sono associate alla funzione muscolare che rivela una nuova proteina secretoria rilasciata dai muscoli scheletrici durante l'esercizio proponendosi come un buon compromesso nell'invecchiamento. 
Il prototipo di miochine, IL-6, sembra essere in grado di mediare gli effetti metabolici e gli effetti antinfiammatori. In risposta alle contrazioni muscolari, le fibre esprimono la miochine IL-6, la quale esercita i suoi effetti sia localmente, all'interno del muscolo che in diversi organi distantiÈ stato riconosciuto che l'aumento del livello di IL-6 era una conseguenza della risposta immunitaria al danno locale osservato durante l'esercizio. Oggi è noto che il muscolo è unico nella sua capacità di produrre IL-6 durante la contrazione in modalità completamente indipendente dal TGF. Ciò suggerisce un ruolo importante per questa citochina in una regolazione del metabolismo piuttosto che fungere da mediatore infiammatorioÈ stato dimostrato che l'IL-6 rilasciato dai muscoli durante l'esercizio fisico può mediare il rilascio di GLP-1 dalle cellule L intestinali (e dalle cellule pancreatiche A) che a loro volta agiscono come una incretina causando il rilascio di insulina fornendo una prova che esiste, un possibile crosstalk tra gli adipociti , muscolo e pancreas responsabili dell'omeostasi energeticaL'esercizio aumenta notevolmente il livello di IL-6 nei topi e ha indotto un parallelo aumento marcato del GLP-1I peptidi simili al glucagone sono fattori di crescita trofica che migliorano la riparazione della mucosa intestinale danneggiata e il rilascio di questi fattori potrebbe essere in parte responsabile dell'effetto benefico dell'esercizio.
L'IL-15 espressa nel muscolo scheletrico umano, è stato identificata come un fattore anabolico nella crescita muscolare ed è implicata nel crosstalk muscolo-grassoÈ stato dimostrato che i livelli di mRNA di IL-15 sono stati sovraregolati nel muscolo scheletrico umano a seguito di un allenamento di forza, suggerendo che IL-15 può accumularsi all'interno del muscolo come conseguenza di un allenamento regolareÈ interessante notare una diminuzione della massa grassa viscerale, ma non della massa grassa sottocutanea, quando IL-15 era sovraespressa nel muscolo. Anche i livelli circolanti elevati di IL-15 hanno comportato riduzioni significative del grasso corporeo e un aumento del contenuto minerale osseoIn un recente studio, Boström è stato identificata una nuova miochina di nome irisina. 
Questa miochina viene rilasciata durante l'esercizio e causa la trasformazione delle cellule adipose bianche in cellule luminose (cellule adipose brune in bianco), con un fenotipo simile a quello delle cellule adipose marroniNell'uomo, i livelli plasmatici di irisina dopo 10 settimane di allenamento regolare di resistenza erano significativamente e marcatamente aumentati. È stato suggerito che l'irisina potrebbe essere terapeutica per le malattie metaboliche umane, l'obesità e altri disturbi in cui l'esercizio è beneficoRecentemente, una nuova proteina secreta da miochine acide e ricche di cisteina (SPARC) è stata funzionalmente caratterizzata. La SPARC era aumentata nel muscolo scheletrico ed era stata immessa nella circolazione in risposta all'esercizio fisico. Il rilascio di SPARC è stato collegato con l'inibizione della tumorigenesi del colon aumentando l'apoptosiSPARC è una glicoproteina matricellulare secreta che è coinvolta nello sviluppo, nel rimodellamento e nella riparazione dei tessuti modulando le interazioni cellula-cellula e cellula-matrice e altre funzioni come l'azione antitumorigenesi
È interessante notare che un singolo periodo di esercizio ha aumentato rapidamente il plasma sanguigno SPARC e i livelli muscolari, suggerendo che le cellule muscolari secernono questa miochina nella circolazione. Questo aumento di SPARC indotto dall'esercizio sembrava essere specifico per i muscoli perché non è stato osservato alcun aumento in altri organi in cui SPARC è risultato essere abbondante.
L'esaurimento della massa muscolare scheletrica, la riduzione della forza e della resistenza muscolare e la ridotta velocità in altezza nei bambini sono caratteristiche dell'infiammazione cronica intestinaleIn particolare nella CD, la massa muscolare e la funzione sono ridotte rispetto ai soggeti sani, con conseguente potenziale disabilità
Il fallimento della crescita correlato all'IBD e la diminuzione della massa muscolare potrebbero essere il risultato di una varietà di meccanismi tra cui una ridotta assunzione di nutrienti, un malassorbimento di nutrienti ingeriti e un aumento del tasso metabolico, potrebbero essere attribuiti a concentrazioni elevate di citochine infiammatorie, diminuzione del livello di insulina- come il fattore di crescita 1 (IGF-1) e il trattamento con corticosteroidiSia l'IGF-I plasmatico che l'IGF-I muscolare sono diminuiti in risposta a diversi picchi infiammatori che accelerano la perdita di proteine ​​muscolariLa funzione dell'asse I del fattore di crescita simile all'insulina GH (IGF-) dipende da meccanismi finemente sintonizzati, che possono essere alterati dalle citochine infiammatorie rilasciate da mWAT patologicamente modificato. Le citochine infiammatorie, in particolare il TNF- α , riducono il numero di recettori del GH nel fegato e sembrano essere responsabili della resistenza epatica al GH e della diminuzione del livello di IGF-I circolante che porta all'inibizione della crescita e alla diminuzione della massa magra (LBM). Questa ridotta massa muscolare nel CD può essere spiegata, in parte, da una ridotta attivazione delle vie di sintesi delle proteine ​​muscolari, in particolare la via IGF1-Akt. 
Infine è stato osservato che i normali livelli di vitamina D e l'esercizio fisico regolare possono essere protettivi nel CDStudi condotti su ratti con colite sperimentale hanno dimostrato effetti inibitori dell'infiammazione sulla generazione di IGF-I e sulla crescita lineareLa funzione alterata delle cellule satelliti è un altro collegamento tra insulina alterata / segnalazione IGF-I e perdita di proteine ​​muscolariÈ stato dimostrato che l'allenamento di resistenza può prevenire e persino invertire la progressione della sarcopenia.
L'evidenza accumulata suggerisce che il coattivatore del recettore γ attivato dal proliferatore del perossisoma α (PGC-1 α ) e il sistema TWEAK-Fn14 sono regolatori chiave della massa muscolare scheletrica in vari stati catabolici. Mentre l'attivazione della segnalazione TWEAK-Fn14 provoca uno spreco muscolare, PGC-1 α preserva la massa muscolare scheletrica. Le reazioni infiammatorie durante il CD favoriscono il sistema TWEAK-Fn14 quando l'esercizio fisico probabilmente mostra un effetto contrattivo.
Protocollo e risposta
E' stato visto come l'esercizio ad alta intensità potrebbe attivare gli stessi mediatori infiammatori di quelli coinvolti nella patologia del CD. È generalmente accettato che l'esercizio fisico ad alta intensità può portare a un acuto, sebbene transitorio, esacerbazione dell'infiammazione e sintomi di CD. Pertanto, tale addestramento non è generalmente raccomandato per i pazienti
Tuttavia, tali raccomandazioni non sono ben supportate dalla ricerca. In contrasto solo uno studio che ha esaminato l'effetto dell'esercizio ad alta intensità intermittente in pazienti pediatrici ed ha concluso che tale esercizio intenso è ben tollerato.
Il modello generalmente accettato per la prescrizione dell'esercizio in molte malattie infiammatorie croniche era l'allenamento continuo aerobico di moderata intensità con tali benefici comprovati come l'aumento della capacità aerobica, miglioramento dello stress e un aumento della qualità di vita. Recentemente, tuttavia, una serie di prove hanno indicato che l'allenamento ad intervalli ad alta intensità può essere eseguito in sicurezza e portare ad effetti sulla salute simili rispetto a un esercizio più lungo e continuo, associato al rilascio di mediatori infiammatori
Tale programma di esercizi può essere particolarmente utile per i bambini con CD, non solo per migliorare la capacità aerobica, ma anche a causa dell'azione anabolica e della stimolazione della crescita e dello sviluppoD'altro canto, un esercizio di intensità moderata potrebbe essere più efficace di un'alta intensità nella stimolazione del rilascio di miochine, come mostrato da Yeo et al.

In conclusione, sebbene i trattamenti farmaceutici antinfiammatori siano utili nel ridurre i sintomi del CD, sono spesso correlati a gravi effetti collaterali e la loro efficacia non è completa. I pazienti con CD continuano ad avere disturbi fisici e psicologici, compromettendo la loro qualità di vita. Studi preliminari dimostrano che un esercizio moderato non ha effetti negativi sulla salute e può ridurre alcuni sintomi. 
L'esercizio è raccomandato perché potrebbe contrastare alcune complicanze specifiche migliorando la risposta immunologica, la salute psicologica, lo stato nutrizionale, la densità minerale ossea e invertendo la diminuzione della massa muscolare e della forza. Ricerche recenti suggeriscono che gli effetti benefici dell'esercizio fisico regolare possono essere in parte dovuti agli effetti antinfiammatori delle miochine rilasciate a causa delle contrazioni dei muscoli scheletrici. 


Referenze
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Author: Dott. Gherardo Francesco Bertocchi CEO/Founder & Admin Scienze Salute e Benessere



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