“I dettagli fanno la differenza”:
al giorno d’oggi, questo modo di dire viene sottovalutato, può essere definito
quasi una “frase fatta” che spesso viene decontestualizzata ed utilizzata nelle
caption delle belle foto.
Invece, l’obiettivo di questo articolo sarà proprio
dimostrarvi il contrario e ridare giustizia a quest’affermazione in quanto i
dettagli, a volte, possono davvero fare la differenza tra un’esperienza
memorabile o un brutto ricordo. Questo accade perchè l’ambiente ha su di noi
degli effetti potentissimi ed è in grado di influenzare i nostri pensieri, le
nostre emozioni, persino i nostri comportamenti. Se, ad esempio, vi è mai
capitato di sentirvi stanchi, spossati, col mal di testa e la nausea in un determinato
studio o edificio, sappiate che avete sofferto della sindrome dell’edificio
malato! Essa è una condizione di malessere fisico e psicologico
caratterizzata da uno stato di stanchezza generale, causato da una serie di
fattori presenti negli spazi fisici nei quali trascorriamo la maggior parte del
nostro tempo che inconsapevolmente incidono sul nostro benessere.
Ma, partiamo dall’inizio. La
psicologia ambientale nacque, in Italia, all’incirca negli anni Sessanta del
Novecento (Bonaiuto, 2017). Questa branca della psicologia viene definita “ambientale”
in quanto esamina le relazioni tra le persone ed il loro ambiente fisico, fin
nei minimi dettagli.
Per spiegare i punti salienti della
disciplina utilizzerò una classificazione creata dal Dtt. Luca Mazzucchelli e
dal suo team di esperti psicologi nel settore: un elenco di macro-aree semplici
e chiare che comprendono tutte le sfumature applicabili alla propria postazione
studio o alla propria attività lavorativa.
Esse sono:
• Architettura e struttura del locale
• Design
• Affordance (funzionalità dell’oggetto)
• Posizionamento dei prodotti
• Risorse umane
ARCHITETTURA E STRUTTURA DEL LOCALE
Per combattere la sindrome dell’edificio
malato a livello architettonico, lo spazio nel quale studiamo/lavoriamo
dovrebbe essere ampio ed avere dei soffitti alti, per evitare la sensazione di
soffocamento ed oppressione; inoltre dovrebbe possedere un affaccio esterno,
possibilmente verso un parco o una zona verde, così da mantenere il contatto
con la natura, permettendo anche l’entrata della luce solare.
Per quanto riguarda, invece, la
propria attività commerciale, fondamentale è la posizione dell’edificio e la
disponibilità di parcheggio, le dimensioni delle stanze e dei corridoi, ed
infine la presenza di un’insegna e/o di una vetrina invitanti. Questo ultimo
punto, in particolare, risulta molto importante in quanto si tratta di una
sorta di biglietto da visita della propria attività, quindi l’insegna per
essere efficace, piacevole ed attraente, dovrebbe essere di medie dimensioni,
con parole essenziali e dirette, due tonalità di colori non eccessivamente
accese, ed elevata coerenza, cioè minimo contrasto con l’ambiente circostante;
la vetrina dovrebbe porre il prodotto al centro dell’attenzione del passante,
evitando di soffocarlo o di distrarre da esso lo sguardo con decorazioni ed
arredamenti inutili, ma al contrario cercando di farlo risaltare con una luce
intensa e di colorazione neutra (Bilotta e Bonaiuto, 2007)
DESIGN
In questa macro-area sono compresi gli
arredi, la musica, la profumazione ed i colori: piccoli accorgimenti che, se
usati correttamente, possono smorzare gli effetti negativi dell’ambiente ed
aiutarvi a
creare una bella atmosfera.
L’ambiente naturalistico ha un potere
rigenerativo sulla nostra mente ed è per noi fonte di grande benessere, anche
se spesso non ne siamo consapevoli. Per questo motivo è importante ricercare la
natura attraverso gli arredamenti: una piantina sulla scrivania o sul comodino,
un quadro che ritrae un bel panorama naturale, o giocare con gli elementi,
quindi dettagli in legno o superficie lucide che richiamano l’effetto dell’acqua.
Per quanto riguarda la musica, vari
studi concordano sul fatto che le persone trascorrano più tempo in un negozio
quando il ritmo della musica è lento, il volume basso e se si tratta di un
genere a loro familiare e conosciuto. Al contrario, l’esperienza sarà breve e
spiacevole!
Se avete la possibilità di aggiungere
una profumazione all’ambiente lavorativo o nel vostro negozio, fatelo! L’olfatto
è il senso maggiormente connesso alle reazioni emotive; quindi un particolare
profumo come ad esempio il geranio, l’eucalipto, la lavanda o il rosmarino
(fragranze floreali preferite dalle persone) può influenzare in maniera
positiva la valutazione dei prodotti, le intenzioni d’acquisto e la
disponibilità ad una spesa maggiore (Bilotta e Bonaiuto, 2007).
Il discorso dei colori è un pò più complesso.
All’interno della casa è consigliato utilizzare tonalità rilassanti nella zona
notte (giallo, verde e blu stimolano il sonno) e tinte più accese ed attivanti
nella zona giorno. Attenzione però a non esagerare, in quanto l’effetto
potrebbe risultare sovvertito, provocando stanchezza e spossatezza nel primo
caso e senso di oppressione nel secondo.
Per quanto riguarda un’attività lavorativa,
il colore si presenta con due dimensioni d’impatto: una più attivante ed una più
affettiva, piacevole e riflessiva. Quindi, è consigliabile usare colori
attivanti nei reparti del punto vendita in cui si vuole incentivare l’acquisto
d’impulso, e colori più tenui nelle zone d’attesa, come le casse o i banconi,
dove è solito fare la fila, quindi sono necessarie calma e pazienza (Crowley,
1993). Al contrario, in uno studio medico, saranno presenti quasi
esclusivamente tinte fredde e soft per stimolare l’accoglienza e la riflessività.
AFFORDANCE
Vi è mai capitato di provare a
spingere una porta, per poi provare a tiare ed infine scoprire che era
scorrevole? Oppure di non capire come aprire il rubinetto del bagno o di non
riuscire ad azionare il contenitore con la carta per asciugarsi le mani? Ora è il
momento di svelarvi un segreto: non era colpa vostra! Probabilmente vi sarete
sentiti incapaci, ingenui o confusi, ma sappiate che la causa di tutto era la
cattiva affordance degli oggetti presenti.
L’affordance è la funzione per la
quale quell’oggetto è stato programmato, strutturato e creato. Ad esempio,
tutti sappiamo che una brocca va afferrata per il manico e l’acqua va versata
attraverso il beccuccio sull’altro lato. Ogni oggetto ed ogni ambiente possiede
la propria affordance! Più questa è alta, più sarà immediato, facile, intuitivo
e naturale l’utilizzo di quello spazio o quello strumento; al contrario, più è bassa,
maggiormente il cliente si sentirà incapace e confuso nel non saper utilizzare
l’oggetto in questione. Se nel nostro locale o studio sono presenti molti
elementi con bassa affordance, il cliente vivrà tante piccole esperienze
traumatiche che andranno a costruire un brutto ricordo della tua attività.
Inoltre, oggetti o spazi con bassa funzionalità possono anche rallentare i
vostri collaboratori o il vostro staff! (Bilotta e Bonaiuto, 2007)
POSIZIONAMENTO DEI PRODOTTI
Ovviamente, in un negozio, i prodotti
che si vogliono vendere maggiormente vengono posti all’altezza degli occhi,
mentre quelli più difficili da far comprare si trovano nei ripiani in basso. Ma
questo deve essere adattato al pubblico che si ha, quindi ad esempio le
caramelle o i giocattoli vengono sempre posti in basso, all’altezza degli occhi
dei bambini, che poi inizieranno ad attuare tutta una serie di capricci per cui
spesso i genitori sono infine convinti a comprare loro ciò che desiderano.
Questo trucchetto può essere utilizzato anche nella vita privata: nel momento
in cui avete bisogno di ricordarvi di qualcosa, scrivete un post-it dai colori
sgargianti e ponetelo all’altezza del vostro sguardo, in un punto che siete
sicuri guarderete spesso nell’arco della giornata (ad esempio sul frigorifero)!
Anche il percorso che si fa all’interno
del supermercato viene studiato con molta attenzione, infatti i beni di prima
necessità come ad esempio la farina, il sale, lo zucchero, vengono sparpagliati
in angoli remoti e spesso non all’altezza degli occhi ma nei ripiani superiori.
Il trucco sta nel fatto che, essendo prodotti di cui abbiamo bisogno, li
cercheremmo comunque, e mettendoli in reparti separati, saremo obbligati a
percorrere molte corsie prima di trovarli tutti, quindi viene sfruttata la
nostra ricerca per farci saltare all’occhio più prodotti possibili
invogliandoci a comprarli anche se non ne abbiamo necessità (stesso metodo
utilizzato negli autogrill).
RISORSE UMANE
Lo sapevate che impieghiamo circa 6
mesi per dimenticare le cose che ci sono state dette? E si, è questo l’arco di
tempo necessario, ma c’è una cosa che riesce a combattere la memoria e rimanere
impressa anche per tutta la vita: l’esperienza che si è vissuto. Le esperienze
sono quell’elemento capace di dare un valore aggiunto ad un prodotto o un
servizio. Tutto quello che è stato descritto nei paragrafi precedenti
contribuisce a creare una bellissima esperienza per il cliente, ma rimane un
elemento da aggiungere: il fattore umano. Esso è necessario per dare valore
alle interazioni dei clienti rendendole il più positive ed indimenticabili
possibile.
Due trucchetti per accrescere l’esperienza
del cliente sono la coccola e la personalizzazione. Nel primo caso si tratta di
un’attenzione esclusiva, inaspettata e gratuita che viene fornita al cliente;
deve essere qualcosa di imprevisto, che i clienti non hanno chiesto e che
quindi non si aspettano di ricevere. Per esempio un bicchiere d’acqua col caffè,
un piccolo aperitivo per rompere l’attesa al ristorante, l’amaro gratuito a
fine pasto. La personalizzazione consiste nel modificare il nostro servizio o
prodotto sulle caratteristiche di quello specifico cliente. Ad esempio se si
lavora in un albergo, ricordarsi se il cliente è già stato nella struttura e
magari riproporgli la stanza ampia e luminosa che la scorsa volta aveva gradito
tanto. Ciò verrà sicuramente apprezzato, perchè quando veniamo trattati in
maniera personalizzata, ci sentiamo riconosciuti, ci sentiamo speciali. Quel
ricordo, quello stato d’animo e quella sensazione ci rimarrà poi impresso nella
memoria.
I DETTAGLI IN PALESTRA
Oggigiorno, le persone vanno in
palestra per i più svariati motivi: tenersi in forma, ottenere il corpo dei
propri sogni, perdere qualche chilo di troppo, o semplicemente per scaricare lo
stress, conoscere nuove persone, svagarsi. Anche gli orari sono i più svariati:
c’è chi va la mattina presto prima di andare a lavoro, chi la sera tardi prima
di rientrare a casa, qualcuno nella pausa pranzo o tra una lezione e l’altra
dell’università. C’è chi decide di farsi aiutare da un personal trainer, chi è in
grado di gestirsi da solo, alcuni si iscrivono a dei corsi. Insomma, tutto
questo per dire che una palestra può essere frequentata anche da centinaia di
persone completamente diverse, con obiettivi ed esigenze differenti, e sarebbe
impossibile accontentare tutti. Ci sono però alcuni punti che potrebbero
rendere la loro esperienza all’interno della struttura più soddisfacente.
Prima tra tutti l’illuminazione. Le
palestre hanno bisogno di una forte illuminazione così da stimolare l’attività,
mantenere alta la concentrazione ed incentivare una buona interazione con gli
oggetti e le
persone. Questo è molto importante
soprattutto per quelle persone che si svegliano prestissimo per andare ad
allenarsi alle prime luci dell’alba o per chi, al termine di una giornata
lavorativa, decide di fare qualche esercizio per sfogarsi; sarebbe
controproducente posizionare delle luci tenui o soffuse, perchè stimolerebbero
la sonnolenza ed accentuerebbero la spossatezza e la stanchezza già percepite
dal corpo.
Molto importante però è anche la
posizione e la tipologia di illuminazione, mi spiego meglio: molti macchinari
ed esercizi a corpo libero, vengono svolti da supini o comunque in
semi-distensione, quindi con lo sguardo rivolto al soffitto, e di conseguenza
alle luci; essendo un’illuminazione molto forte, essa potrebbe fare male agli
occhi e rendere difficile praticare certi esercizi. Il mio consiglio è quello
di studiare bene la posizione dei lampadari/neon che si vogliono utilizzare, in
modo da non ostacolare gli allenamenti, posizionandoli magari sopra ai
macchinari che non richiedono lo sguardo verso l’alto, o sistemandoli
lateralmente in modo che non finiscano direttamente negli occhi delle persone.
Non essendo un luogo di rilassamento,
per quanto riguarda la musica, è possibile utilizzare delle canzoni di
sottofondo con un ritmo più elevato, ma bisogna stare attenti a non tenere il
volume troppo alto (deve essere un sottofondo all’allenamento) e sarebbe
preferibile scegliere dei pezzi o delle stazioni radio note ai più.
Purtroppo, è noto a tutti che nelle
palestre non aleggia un buon odore, e sarebbe anche impossibile ciò,
considerato le tante persone che ogni giorno vanno ad allenarsi. Unica soluzione
è arieggiare bene e spesso gli spazi. Possedere delle grandi finestre, sarebbe
una marcia in più. Esse potrebbero aiutare a cambiare l’aria ed inoltre
permetterebbero l’entrata della luce solare, che è sicuramente bene sfruttare,
piuttosto che usare costantemente l’illuminazione artificiale. Inoltre, avere
un affaccio sul mondo esterno (preferibilmente su aree verdi come parchi e
giardini) aiuta la mente a rigenerarsi dopo ore passate in un ufficio.
Fondamentali da considerare sono gli
spazi: a nessuno piace allenarsi ad un palmo dalle altre persone, oppure in
palestre dove non sono ben definite le zone e quindi si trovano tappetini stesi
a terra nei corridoi. Una buona struttura dovrebbe possedere delle stanze
apposite per i corsi, una stanza ampia per i vari macchinari, ben posizionati e
distanziati l’uno dall’altro, ed un piccolo spazio dove potersi stendere col
tappetino per fare addominali o altri esercizi a terra. Inoltre, è consigliabile
impegnarsi per tenere la palestra pulita ed ordinata, in quanto le persone
devono stendersi a terra (con tappetino) e non è molto piacevole trovare
polvere o capelli di altri che girano indisturbati ad un palmo dal proprio
viso, oppure andare alla rastrelliera e dover perdere tempo a cercare i pesi
non presenti ma sparsi in giro per la stanza.
Infine, parliamo delle pareti. Se si
vogliono utilizzare dei colori per rendere più accattivante e gioiosa la
propria palestra, il mio consiglio è quello di impiegare tinte attivanti ma
senza esagerare. Cioè, magari lasciare alcune pareti bianche ed altre
colorarle. È importante questo dettaglio, in quanto se il colore è eccessivamente
forte o eccessivamente presente, potrebbe stimolare nell’individuo un senso di
oppressione e soffocamento. Personalmente eviterei il rosso, a meno che non si
abbiano delle macchinette o un bar che possano fornire del cibo, in quanto il
esso è un colore che stimola il metabolismo e quindi è collegato ad una
sensazione di fame (basta osservare che il McDonald lo utilizza come colore
base).
Concludo l’articolo con un’altra
piccola chicca: riempire la palestra di specchi, oltre che permettere alle
persone di osservarsi mentre si allenano così da tenere sotto controllo il
corretto movimento, contribuisce anche alla percezione della stanza come più ampia
e spaziosa.
Ricordatevi sempre che ogni
piccolezza, che all’apparenza può sembrare inutile, in realtà è in grado di
creare delle sensazioni, emozioni, dei pensieri alle persone. Quindi date
sempre importanza ai dettagli, anche quelli più insignificanti, perchè saranno
loro a fare la differenza!!
REFERENZE
• Bilotta E. e Bonaiuto M., 2007. Psicologia
architettonica e luoghi commerciali: l’impatto dell’ambiente fisico sul cliente.
Micro & Macro Marketing, a. XVI, n.3.
• Bonaiuto M., 2017. La psicologia ambientale in Italia: l’evoluzione
storica e prospettive di sviluppo. Giornale Italiano di Psicologia,
Fascicolo 1.
• Crowley A.E., 1993. The two-dimensional impact of color
on shopping. Marketing Letters, vol.4, n.1, pp.59-69
- Laurea Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche, conseguita presso l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”.
- Laurea Magistrale in Psicologia Clinica, conseguita presso l’Università di Bologna “Alma Mater Studiorum”.
- Tutor per bambini con DSA.
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